Una politica terroristica di Stato

La responsabilità della nuova guerra scoppiata il 7 ottobre tra Israele e Hamas ricade innanzitutto sul governo israeliano. Il suo primo ministro, Benjamin Netanyahu, è tornato al potere nel dicembre 2022 costituendo il governo più a destra della storia del paese, formato da partiti religiosi ultranazionalisti e apertamente razzisti. Per quanto riguarda i palestinesi, Netanyahu non ha fatto altro che peggiorare la repressione e sviluppare la colonizzazione in Cisgiordania.

Ma al di là della politica perseguita negli ultimi tempi da Netanyahu e dall’estrema destra, questa è la politica perseguita da tutti i governi israeliani dal 1948, consistente nell’espropriare i palestinesi della loro terra e nel negare loro il diritto all’esistenza nazionale, e questa politica è responsabile degli scontri bellici che insanguinano la regione a intervalli regolari. Lungi dal garantire la sicurezza degli israeliani, come hanno sempre sostenuto i loro dirigenti, questa politica ha alimentato la rabbia palestinese e un legittimo sentimento di rivolta. Dopo la breve parentesi aperta dagli accordi di Oslo nel 1993-1995, l’intransigenza mostrata dai governi israeliani ha spinto i palestinesi più disperati a rivolgersi alle organizzazioni fondamentaliste, in particolare Hamas. Col mettere l'accento sulle operazioni militari, Hamas è riuscito ad apparire come l’unica organizzazione pronta a combattere contro l’occupante.

Durante l'attacco del 7 ottobre Hamas ha compiuto un massacro di civili israeliani e questo è terribile. Ma lo stato israeliano vi ha risposto con un terrorismo altrettanto indiscriminato, e su scala molto più ampia. La sua aviazione e la sua artiglieria hanno bombardato massicciamente Gaza. Molti edifici residenziali, compresi grattacieli, scuole e edifici delle Nazioni Unite sono stati distrutti. Il 16 ottobre si contavano già a Gaza quasi 2500 morti. Il ministro della Difesa israeliano ha dichiarato che i due milioni di abitanti di Gaza saranno sottoposti ad un “assedio completo”, privandoli di acqua ed elettricità, mentre la popolazione è già sottoposta ad un duro blocco da sedici anni. Il governo israeliano stava preparando un'invasione via terra di Gaza e con il massimo cinismo ne ha avvertito gli abitanti dicendo loro di rifugiarsi nel Sud di questo piccolo territorio dal quale non si può uscire.

Dalla creazione di Israele, i suoi dirigenti hanno fatto di tutto per convincere la sua popolazione che la sua sicurezza sarebbe stata garantita solo mostrando la forza del suo esercito, costruendo barriere sicure, colpendo brutalmente i palestinesi per fargli accettare questa situazione di oppressione e l'espulsione dalle loro terre. La nuova guerra appena scoppiata dimostra che questa politica porta solo in un vicolo cieco e a scontri senza fine.

M R