Il sito produttivo di Grugliasco, inaugurato a gennaio del 2013, secondo le promesse sarebbe dovuto diventare il polo del lusso, dedicato alla Maserati Quattoporte. Dopo dieci anni lo stabilimento ex Maserati è stato messo in vendita con un annuncio online, definendolo «Capannone da 115 mila metri quadrati». In Italia la Stellantis sta smobilitando. A ottobre e a novembre a Mirafiori, la produzione della 500 elettrica si è fermata per due settimane, con un calo drastico della produzione: da 225 vetture assemblate a turno, a 170 auto. Anche la Maserati è passata da 55 mila a 7 mila bolidi prodotti l’anno.
Al posto della Maserati è stato inaugurato a Mirafiori il primo Hub di Economia circolare a saldo zero per l’occupazione. Nei fatti si tratta di un moderno sfasciacarrozze per recuperare elementi ancora buoni dell’auto a fine vita o aggiustare e rimettere sul mercato il veicolo. L’azienda è disposta a spendere sette milioni per incentivare l’esodo di 15 mila dipendenti. E per raggiungere questo obiettivo ha inviato lettere a operai, colletti bianchi, dirigenti offrendo dai 90 ai 170 mila euro.
La situazione negli stabilimenti produttivi del sud non è migliore. Pomigliano è l’unico stabilimento dell’ex Fiat in Italia dove non c’è la cassa integrazione e dove sono stati riassorbiti anche 1.200 lavoratori provenienti dagli altri siti italiani. Decine di operai ogni giorno viaggiano da Melfi a Pomigliano per 156 chilometri, all’ andata e al ritorno, per andare a lavorare facendo ritorno solo a tarda notte nelle proprie abitazioni, dopo una giornata di lavoro a ritmi serrati.
Il governo conosce un unico strumento per tentare di influenzare le strategie di Stellantis: gli incentivi, offrire soldi pubblici all’azienda. Anche ora le condizioni poste da Tavares per arrivare a un accordo non sono miti. Chiede il rinvio o la rimozione della normativa sugli Euro 7, gli incentivi alla vendita di veicoli elettrici e uno sconto del costo dell’energia per sostenere la competitività industriale.
Altro che “legame affettivo tra la famiglia Agnelli e Torino”! È il business che comanda, alla Stellantis come altrove! Ma per quanto riguarda i lavoratori, non devono fare le spese delle strategie industriali di Tavares e delle incertezze del mercato. Anhe se si deve lavorare meno, dobbiamo lavorare tutti, con lo stesso salario : la Stellantis puo’ pagare!
Da « Dalla nostra parte » - Torino