Lunedì 31 ottobre si è scioperato alla Mopar di Rivalta, il nuovo polo logistico del gruppo Stellantis in periferia di Torino. Lo sciopero, spontaneo e molto partecipato, è stato l’esplodere del malcontento operaio nei riguardi del nuovo clima instauratosi in fabbrica da quando Fiat è diventata Stellantis. A proposito di discriminazioni, si è arrivati al punto che bisogna chiedere di andare al bagno alzando la mano, come i bambini delle elementari, e avvisare il capo. Tutto questo è applicato a persone la cui età media è oltre i 55 anni. Alla Mopar il lavoro è individuale, addirittura c'è la possibilità di mettere sul computer la descrizione dalla sequenza di “vita” dell’operaio in fabbrica, cioè toilette, capo, cambio in ballo ecc. ecc.. Praticamente ogni lavoratore è dotato di computer palmare per descrivere la mansione, le pause, la mensa, la toilette. Questa procedura viene svolta da anni in questa maniera e, se a distanza di anni pretendono questo, dopo che siamo dotati del sistema, è per discriminare ulteriormente.
Inoltre lo sciopero è stato anche a causa dei carichi di lavoro sempre più pesanti, l’atteggiamento di capi e capetti sempre più maleducato e vessatorio, forse perché devono dimostrare di applicare in modo zelante la dottrina Tavares, il quale ha sostenuto che gli operai italiani hanno una produttività più bassa di quelli francesi, ribaltando sui lavoratori un problema di rinnovamento tecnologico e di organizzazione del lavoro di competenza esclusiva dell’azienda. Ogni volta che c'è una fusione d’azienda per gli operai c'è un peggioramento.
Nel resto degli stabilimenti Stellantis in Italia, la musica non è diversa, lo dimostrano gli scioperi di maggio a Pomigliano, gli scioperi a Mirafiori, la situazione sempre più pesante a Melfi, dove per chi resta in fabbrica le condizioni di lavoro peggiorano e a chi non regge i pesanti carichi di lavoro viene offerto “l’incentivo” per lasciare la fabbrica, e intanto piovono contestazioni disciplinari contro chi osa alzare la testa.
I salari diminuiscono sempre di più (anche a causa dei lunghi periodi di cassa integrazione a cui ancora oggi molti sono costretti), mentre gli utili di Stellantis crescono speculando sulla fatica, sulla salute, sulle vite degli operai. Uniti e organizzati, i lavoratori possono essere una forza in grado di pretendere quello che loro spetta.
Non c’è altra strada se non quella di lottare insieme per i nostri reali bisogni: salario al 100% per tutti i lavoratori (anche quelli in cigs, licenziati ), 400 euro di aumento per tutti, accompagnamento alla pensione con salario pieno dei lavoratori con patologie o comunque ormai in età pensionabile dopo una vita in fabbrica, ripartizione del lavoro tra tutti : vogliamo assunzioni stabili a partire dai lavoratori interinali già utilizzati dall'azienda.
Corrispondenza Torino