Ucraina: guerra e corruzione in grande stile

L'annuncio del presidente ucraino Zelensky di licenziare tutti gli ufficiali regionali addetti al reclutamento militare non è una questione di poco conto. Arriva nel bel mezzo di una controffensiva dell'esercito di Kiev contro le truppe russe.

Come quando ha licenziato cinque ministri e altre figure di spicco del governo, questa volta Zelensky ha ritenuto di dover trovare dei capri espiatori per il mancato successo militare. In realtà il popolo ucraino ne è ben consapevole, nonostante le promesse di vittoria che il governo fa piovere sui media e nonostante il costante flusso di aiuti finanziari, logistici e soprattutto di armi da parte di una quarantina di Paesi, comprese le potenze imperialiste occidentali.

 

Anche se Kiev, come Mosca e per le stesse ragioni, si rifiuta di ammettere le proprie perdite sul campo, la popolazione sa quale prezzo spaventoso paga per la continuazione della guerra in termini di morti, invalidi, uomini talvolta prelevati per strada per essere mandati al fronte per uccidere o per morire. La popolazione sa anche, per esperienza o perché i media indipendenti ne forniscono da mesi numerose illustrazioni, come questa situazione viene sfruttata da alcuni. I membri della burocrazia civile e militare di un certo rango hanno il potere di far sì che coloro che possono essere mobilitati sfuggano al loro destino. Vendendo un'esenzione medica o un'esenzione per studiare in un'università straniera, gli possono permettere di attraversare il confine senza essere arrestati.

Così Zelensky ha dovuto annunciare l’apertura di 112 procedimenti contro gli ufficiali di leva per "arricchimento illegale" e "trasporto illegale di soldati di leva attraverso il confine". La televisione ha persino mostrato un filmato del processo al capo del reclutamento militare di Odessa, sottolineando che nel dicembre 2022, in questo Paese sotto bombardamento, si era comprato una villa in Spagna per 3,7 milioni di euro, una spesa che rappresenta diversi secoli del suo stipendio ufficiale! E poi ci sono gli alti funzionari e i rappresentanti eletti del partito di Zelensky - Servo del Popolo, dal nome della serie televisiva che ha reso famoso l'attore e futuro presidente come critico della corruzione - che, in barba alla legge marziale, trascorrono mesi all'estero in condizioni confortevoli, al riparo soprattutto dalla guerra.

Zelensky cerca di prendere le distanze dall'immagine di uno Stato ucraino in cui la burocrazia non ha perso nulla delle sue vecchie abitudini predatorie, in cui il patriottismo esibito nasconde ben poco la corsa all'arricchimento degli uomini di potere con ogni mezzo possibile. E le epurazioni, per quanto estese, non cambiano nulla: la loro ripetizione ne è la prova migliore.

Naturalmente, questo pone un problema a Zelensky. Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali del marzo 2024, è improbabile che possa presentarsi come il padre della vittoria o l’uomo dalle mani pulite. Il suo indice di popolarità si sta erodendo nei sondaggi. Uno di questi rileva che la maggioranza degli ucraini ritiene che sia lui il responsabile di questo sistema di predazione su larga scala all'interno dell'apparato statale.

Questo potrebbe spiegare perché sta emergendo il malcontento sociale, compresi gli scioperi per stipendi già miseri e spesso non pagati, una novità in questo Paese in guerra: ad esempio, a metà luglio, tra i minatori di uranio della regione di Kirovohrad a cui il datore di lavoro deve 8,5 milioni di euro di stipendi. Non lontano da lì, a Kryvyi Rih, una città di 600.000 abitanti, in quattro ospedali pubblici le autorità non pagano più gli stipendi da quando è stata versata una rata all'inizio di maggio…

P L