Stellantis Torino: un regime al quale i lavoratori non si rassegnano

 

Stellantis appare ormai come una prigione dove vige un regime rigido. Le regole però devono essere rispettate solo dai lavoratori.

Alla Mopar di Rivalta, vicino a Torino, secondo Polo logistico Stellantis in Europa, 1.000 dipendenti circa, i carichi di lavoro sono diventati insostenibili nonostante non ci sia produzione ma preparazione e confezionamento dei prodotti da spedire. Si può paragonare la tipologia di lavoro a un magazzino di Amazon. Da parte dell'azienda viene predeterminato quale debba essere l'incasso giornaliero per la vendita di parti di ricambio e di conseguenza viene stabilito il numero delle spedizioni aumentando, in base alla necessità, i ritmi e carichi di lavoro. Gli operai infatti devono attenersi all'obiettivo fissato. Addirittura ogni due ore viene fissato un obiettivo di vendita e questo viene stabilito in concorrenza con lo stabilimento ricambi francese che pure fa parte dello stesso gruppo innescando un meccanismo di rivalità indotta tra operai.

Inoltre c'è una situazione pericolosa riguardo l'ubicazione delle scaffalature ed il posizionamento dei cassoni; ci sono già stati incidenti tra i carrellisti a cui l'Azienda ha reagito inviando lettere di richiamo e comminando multe. Questa situazione causa molto malessere. Aumenta la stanchezza, aumentano le patologie. Si tenta di inserire anche gli inidonei nel ciclo di lavoro normale. Considerando che l'età media degli operai è di 55 anni si comprende quali siano le conseguenze sulla loro salute già minata da una vita di lavoro in fabbrica.

Lo straordinario viene percepito come un regalo dato il basso livello del salario e viene quindi usato come strumento di ricatto: se hai scioperato o anche se sei semplicemente stato in malattia non ti viene concessa la possibilità di lavorare. A fronte di questo vengono comunque comandati sabati lavorativi "obbligatori" senza peraltro alcuna comunicazione aziendale ufficiale.

Lo sciopero di dicembre 2022 alla Mopar è nato per le condizioni di lavoro. Condizioni che sono peggiorate per quanto riguarda la repressione e l'arroganza dei capi soprattutto nei confronti delle lavoratrici. Lo stesso è stato per lo sciopero che si è organizzato contro l'ennesima richiesta di lavorare il sabato nella giornata del 29 luglio di quest'anno.

Dopo giorni in cui si è lavorato in condizioni microclimatiche rischiose per la salute, l'azienda non ha avuto nessuna remora a chiedere ai lavoratori di venire l'ultimo sabato di luglio, per cui si sono organizzati e hanno scioperato.

Alle Presse di Mirafiori si continua a lavorare in mancanza di organico; di conseguenza l'azienda impone sistematicamente i sabati straordinari, procedura a cui ci si oppone da sempre dichiarando altrettanto sistematicamente sciopero al sabato. Ciò è anche frutto di mancanza di organizzazione aziendale che si potrebbe anche definire voluta disorganizzazione.

Alle Meccaniche si lavora sotto organico, vengono richiesti straordinari, spesso ad personam, il sabato. Quando vengono richiesti i sabati lavorativi obbligatori c'è la dichiarazione di sciopero. Alcuni operai sono stati trasferiti alla Mopar, non è ben chiaro quale sarà il futuro della Meccaniche con il passaggio all'auto elettrica.

In Carrozzeria sulla linea della 500 Bev i lavoratori più volte si sono fermati contro i ritmi e i carichi dì lavoro insostenibili denunciando la mancanza di organico e la pressione dei capi. Tutto questo avviene mentre i lavoratori della Levante sono in contratto di solidarietà e lo stesso vale per i lavoratori dell'Officina 63, dove si producevano le mascherine durante il Covid, dopo un anno di cassa-integrazione sono stati messi in contratto di solidarietà fino a dicembre 2023.

Per supplire alla mancanza di organico Stellantis sposta i lavoratori da uno stabilimento all'altro a seconda delle esigenze, molti sono i lavoratori che da Mirafiori sono stai spostati alla Mopar di Rivalta e poi magari spostati di nuovo. A volte è capitato che un lavoratore sia stato chiamato un giorno in un posto e l'altro in un altro. Molti sono gli operai con patologie invalidanti causate da anni di lavoro in fabbrica costretti a svolgere mansioni non consone alla loro condizione psico-fisica, molti lavorano ancora sulle linee.

È una situazione alla quale gli operai comunque non sono consenzienti e reagiscono ogni volta che è possibile.

Corrispondenza del bollettino “Dalla nostra parte” – Torino