Peggiorare la legge Fornero: fatto!

Non si potrà dire che l'ennesima promessa elettorale non sia stata mantenuta. I personaggi attualmente al Governo, attività per la quale si dichiaravano "Pronti!" tramite il rassicurante sorriso dell'attuale premier, hanno effettivamente realizzato anche la modifica della legge Fornero. Peggiorare una legge sulle pensioni fra le più restrittive in Europa non era un'impresa facilissima; ma con visibile impegno e straordinaria determinazione ci sono riusciti

 

Quota 41! Invocava il venditore di illusioni farlocche più accreditato di tutti, il Salvini che ieri prometteva a giovani e vecchi la pensione con 41 anni di contributi, come assicura il ponte sullo stretto di Messina in sei anni scarsi a partire da oggi. Quanto a pratiche illusionistiche, in effetti, il Governo attuale meriterebbe un plauso solenne: non c'è notiziario, in particolare quelli della pubblica televisione, che non proclami quanto il Governo faccia o abbia fatto per "aiutare le fasce deboli", "diminuire le tasse sui redditi bassi", "difendere le famiglie", "aumentare la spesa sanitaria pubblica", etc. Probabilmente riesce anche a convincere qualcuno, con il collaudato sistema dell'anestesia generale; non a caso tutti i notiziari si concludono con qualche piacevole notiziola di colore, o con un distensivo servizio sul cantante o l'attore di turno. Come a suggerire di stare tranquilli e non pensare ai guai, perché alle cose serie ci pensa chi ci deve pensare, e lo fa per il nostro bene.

Nel frattempo, con un'inflazione che nel 2022 ha superato l'8% e nel 2023 si aggira intorno al 7% - ma è ancora superiore per i beni cosiddetti essenziali, cioè quelli che rientrano nel carrello della spesa - già nel 2023 è stato eliminato il reddito di cittadinanza per le famiglie dove non siano presenti un minorenne, un handicappato o un anziano di oltre 60 anni. Dal 1 gennaio 2024, il reddito di cittadinanza sarà sostituito per le categorie suddette - e per queste soltanto - con un cosiddetto assegno d'inclusione, di importo più basso. E le fasce più deboli sono sistemate.

Quanto alle tasse, vogliamo credere che la maggioranza delle persone non si lasci convincere dagli imbonitori che proclamano in tutti i tiggì le bontà del sistema a flat tax. La tassa piatta è buona solo per i professionisti e gli autonomi ad alto reddito; per i dipendenti è semplicemente una truffa. Un professionista con un reddito di 50.000 euro pagherà un’aliquota effettiva pari a meno di un terzo di quella pagata da un lavoratore dipendente con lo stesso reddito. Il risparmio medio in termini di Irpef per i dipendenti potrà essere di pochi euro al mese, e solo per il 2024. E lasciamo perdere il consueto richiamo al dettato costituzionale, per cui tutti sarebbero "tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva". Quanto a questo, tutti avrebbero diritto anche a un reddito che permetta una vita "libera e dignitosa". Ne deriva che anche la Costituzione, come qualsiasi umana legge, si applica se i rapporti di forza esistenti lo esigono e/o lo permettono.

Non contento, l'attuale Governo si impegna a confermare nei fatti - almeno quanto lo nega a parole - di intervenire con un atteggiamento di vero e proprio accanimento nei confronti della classe operaia. Quota 41 per le pensioni sparisce dai radar, compare anzi il ripristino dell'aumento automatico dell'età richiesta per andare in pensione in base all'aspettativa di vita. A partire da gennaio 2025 non basteranno più 42 anni e 10 mesi di lavoro per andare in pensione o 41 e 10 mesi per le donne, ma aumenteranno in base ai dati Istat. Se poi qualcuno vuole usufruire di quota 103 (41 anni con 62 anni di età), confermata per il 2024, potrà farlo solo con penalizzazioni consistenti, dato che l’assegno di pensione sarà calcolato interamente con il sistema contributivo. In più, vedrà allungarsi la finestra dopo il conseguimento del diritto, che passa da 3 a 7 mesi nel privato, da 7 a 9 nel pubblico: manca poco a 104, quindi. E si partiva dalla mitica quota 100...Per non parlare di opzione donna e Ape sociale: la prima opzione sostanzialmente abolita, visto che riguarderà solo donne con non autosufficienti a carico, invalide oltre il 75% o licenziate. Curioso, dato che il provvedimento viene da un Governo presieduto per la prima volta da una donna. Quanto all'Ape sociale, rimane per le categorie più deboli e con lavori più gravosi, es. gli operai edili, che siano disoccupati con 30 anni di contributi e nessun ammortizzatore sociale, o con familiari con disabilità gravi, o invalidi al 75%, ma si dovranno aggiungere 5 mesi in più.

Considerando che la spesa per la sanità pubblica non si può considerare aumentata, perché in rapporto all’inflazione diminuisce dello 0,3%, non stupirebbe caso mai che l'aspettativa di vita non ne volesse sapere di aumentare. Non è facile mantenersi sani e attivi con liste di attesa per i controlli sanitari che ormai non richiedono mesi, ma addirittura anni. L'unico provvedimento che ci mette il Governo consiste in 600 milioni per finanziare la sanità privata in convenzione, col che dirotta le risorse a favore dei privati, e afferma di voler ridurre le liste di attesa. Ma basta metter mano al portafoglio, che magicamente ogni ritardo scompare, perfino negli ambulatori intra moenia, che gli ospedali pubblici mettono a disposizione dei medici. Se con il ticket ti avevano promesso una visita l'anno prossimo, se paghi avrai la tua visita domattina.

Aemme