Migranti: contro lo stato di emergenza!

Da parecchie settimane e come ogni anno con l'arrivo della primavera, il numero di profughi che cercano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Europa aumenta. Martedì 11 aprile, il governo di Giorgia Meloni ha colto l'occasione per dichiarare lo stato di emergenza per sei mesi e ha nominato un commissario straordinario per gestire l'emergenza migranti.

In un momento in cui i lavoratori e le classi popolari soffrono per l'alto costo della vita, mentre il governo Meloni, come i suoi predecessori, riserva la maggior parte del denaro pubblico alle casse delle grandi imprese, l'emergenza per consisterebbe nell'adottare ulteriori misure contro i migranti.

Dall'inizio dell'anno, più di 31.000 migranti sono sbarcati in Italia e altre centinaia hanno perso la vita nel tentativo. Il 26 febbraio, il naufragio di un'imbarcazione affondata a pochi metri dalla spiaggia di Cutro in Calabria, ha ancora ucciso 91 persone. Il governo è abbastanza cinico da usare il numero delle vittime per giustificare lo stato di emergenza, sostenendo che gli darà i mezzi per una "gestione più flessibile" dei migranti.

Nel menù di questa gestione, troviamo mezzi aggiuntivi per i centri di detenzione e gli alloggi, ma anche il decreto Cutro, che prevede la revisione della "protezione speciale". Questa permette ad alcuni migranti, a determinate condizioni, di beneficiare di un permesso di soggiorno di due anni. Per averne diritto, devono dimostrare un certo grado di integrazione nel Paese e una certa durata del soggiorno, oppure fornire la prova che il rimpatrio metterebbe in pericolo la loro vita. Di conseguenza, sono pochi i rifugiati che hanno diritto a questa speciale protezione: nel 2022 ne sono stati concessi meno di 11.000. Sembra che per Meloni, Salvini e soci, questo sia ancora troppo!

Mentre con la sua politica economica dimostra che il suo governo è in linea con quelli precedenti, curando gli interessi della borghesia, la Meloni usa queste misure contro i migranti per soddisfare la parte del suo elettorato conquistata grazie alla demagogia xenofoba e razzista. Non senza concorrenza, visto che Salvini, come dirigente della Lega e vicepremier nel suo governo, sta avanzando proposte ed emendamenti ancora più repressivi. Poi Francesco Lollobrigida, altro esponente del governo, ha aggiunto la sua. Constatando che gli italiani fanno meno figli, ha affermato che bisogna incentivare le nascite e concluso che non è il caso di “arrenderci all’idea della sostituzione etnica”. Sono parole che odorano di “difesa della razza” di mussoliniana memoria, o riecheggiano quello che si poteva sentire negli Stati Uniti di un secolo fa contro “l’invasione” dei migranti italiani “brutti, sporchi e cattivi”.

Questa demagogia xenofoba accompagna leggi più severe e misure repressive contro i migranti, in fuga da condizioni di vita rese impossibili dalla crisi e dalle guerre e che vorrebbero solo potere vivere in condizioni più decenti. Non è l'accoglienza dei migranti a causare l'abbassamento del tenore di vita delle classi lavoratrici, ma il governo Meloni incapace di dare una risposta alla crisi sociale preferisce prenderli di mira come se ne fossero i responsabili.

Questa politica nauseante non impedirà le partenze o le tragedie durante i tentativi di attraversamento da parte di rifugiati. Al contrario di quello che sostengono i rappresentanti del governo, la classe operaia d’Italia e d’Europa deve considerare gli immigrati come dei fratelli di classe. Devono avere il diritto di viaggiare in condizioni sicure, di sistemarsi, di lavorare per un salario dignitoso. Uniti contro i padroni, lavoratori italiani e immigrati saranno più forti.

N C