Mercoledì 18 febbraio si è svolta un'assemblea sulle iscrizioni alla scuola elementare di S. Secondo, comune della Val Chisone. Il direttore e una rappresentante del coordinamento insegnanti hanno invitato i partecipanti a concentrare la lotta sul cercare di dirottare più risorse al Piemonte, alla Lombardia e all'Emilia, partendo dal presupposto che ormai non è più possibile far ritirare la legge Gelmini o chiedere il ripristino degli stanziamenti e del numero di docenti. Come se il provvedimento del governo non riguardasse le scuole di tutto il paese. L’invito purtroppo non è stato contestato dalla maggior parte dei genitori, orientati questi verso soluzioni federaliste per quanto molti di loro abbiano firmato l’appello del Manifesto dei 500 che chiede tuttora il ritiro delle leggi, il ripristino dei finanziamenti e il rilancio delle iniziative di lotta.
Due giorni dopo vi è stato un dibattito del PD a Pinerolo. L'assessora alla cultura regionale è stata molto chiara. A partire dalla Bresso, presidente della Regione Piemonte, gli amministratori regionali e locali sostengono il federalismo scolastico, ma con la precisazione che si tratta di un federalismo solidale. Solidale con chi? Bisogna ammettere che nella sua visione politica reazionaria Bossi è forse meno ipocrita. Insomma, quando il movimento può riprendere vita per via delle iscrizioni alle scuole, il PD volta la faccia (come sempre) e cambia (senza consultare gli interessati) le parole d'ordine del movimento che erano "noi non paghiamo la vostra crisi", ritiro delle leggi contro la scuola pubblica e revoca dei tagli ai finanziamenti. L'assessora, che al dibattito di San Secondo di due mesi fa aveva ancora invitato genitori e insegnanti a proseguire nelle lotte, ha avuto il coraggio di dire che, grazie ai sindaci e agli amministratori, il governo ha fatto dei passi indietro. Per costei, evidentemente, i milioni di lavoratori, genitori e studenti andati in piazza non hanno contato nulla.
C'è il rischio che il coordinamento, già in crisi, si spacchi definitivamente tra chi persegue il rattoppo regionalista o quello “provincialista” e chi preferirebbe continuare a pretendere di mantenere i diritti acquisiti. Giochini elettorali fatti sulla pelle dei bambini e dei lavoratori. Nel frattempo nella scuola elementare di S. Secondo, come in altre scuole, non ci sono già più i soldi per far funzionare la stampante e la fotocopiatrice. A S. Secondo i genitori si sono autofinanziati e alcuni di loro andranno in giro a fare fotocopie. Intanto nelle pagelle ci sono già i voti. Il grembiulino alla prossima puntata.
Durante il dibattito l'assessora regionale ogni tanto versava qualche lacrima di coccodrillo dicendo "certo che però se non facciamo attenzione rischiamo di creare delle tensioni tra il nord e il sud d'Italia". Mi domando se nella ex Jugoslavia ci fossero assessori così, prima delle guerre fratricide innescate dall’imperialismo. C’è da fare gli scongiuri e cercare di reagire.
Intanto, mentre gli amministratori federalizzano la cultura, nel pinerolese le fabbriche continuano a chiudere. Indesit insegna!
Corrispondenza dalla Val Chisone