Un governo “rispettabile” al servizio degli stessi padroni

Il secondo governo Conte, ribattezzato governo della “svolta”, è lo sbocco di quella che è stata definita la crisi più pazza del mondo. In una commedia da teatro dei burattini, iniziata il giorno dopo le elezioni europee, tutti i personaggi in scena se ne sono dette di tutti i colori e hanno fatto il contrario di quello che annunciavano soltanto un giorno prima. Salvini ha diretto il gioco, sostenuto tanto dal risultato elettorale, quanto dai sondaggi che lo davano in continua ascesa. Fino al momento in cui si è sentito tanto forte da sfiduciare il suo stesso governo, con la convinzione di poter ottenere, attraverso le elezioni anticipate, i “pieni poteri” di cui andava cianciando nei suoi comizi balneari. Le cose sono andate ben diversamente e, nelle convulse giornate che hanno seguito le dimissioni di Conte, ha finito per spuntarla Renzi, con la sua proposta di un governo PD-5 Stelle che Zingaretti, alla fine, ha messo in pratica.

Renzi usufruisce ancora, evidentemente, di un certo credito negli ambienti della borghesia industriale e finanziaria se il quotidiano della Confindustria, Sole 24 Ore,gli dedica un’intervista in prima pagina nel numero di domenica 1settembre. Così tranquillizza gli imprenditori: “Non avete nulla da temere da un governo che nasce per evitare l’aumento dell’Iva, che abbassa lo spread e che riporta l’Italia nell’Europa che conta. Nulla da temere. Nessuno vi vuol far male. E se qualcuno vi volesse far male, sappiate che quel qualcuno non avrà i numeri in Parlamento”. La componente renziana dei deputati PD è ancora maggioritaria e il fiorentino la mette a sentinella deli interessi del gran capitale. Un successo politico di Renzi più che del PD, anche se naturalmente non si sa quanto duraturo. Questo legame con il mondo della grande borghesia è descritto dal professor Alberto Vannucci in questi termini sulle pagine de Il Fatto dell’8 settembre: “Questo è un partito che ha maturato interessi enormi con i privati, con cui da tempo ci sono interazioni proficue per entrambi”.Può darsi che la borghesia “per bene”, quella delle grandi banche e della grande industria, senza dimenticarsi i dirigenti delle imprese di stato, sia più a suo agio con un governo in qualche modo più “rispettabile” e meglio inserito in Europa. È certo, in ogni caso, che indipendentemente dalle fortune del governo “giallo-rosso”, gli interessi del grande capitale troveranno la maniera di essere tutelati.

Ma la destra è stata sconfitta? Più che altro Salvini si è sconfitto da solo. Prigioniero dei suoi deliri di onnipotenza. Il fatto che dai banchi del governo non partano più le sue folli invettive contro i migranti e chi li soccorre in mare rappresenta un attimo di tregua, un momentaneo indebolimento del flusso di veleno razzista e nazionalista che si è fino ad oggi riversato sulla popolazione. Ma non ci si può dimenticare che, sulla questione degli immigrati fu un ministro del PD, Minniti, a inaugurare la stagione degli accordi con il governo di Tripoli che consegna i migranti a carcerieri e torturatori.

Inoltre, non sono venute meno le radici economiche e sociali della demagogia semi-fascista della Lega. L’economia continua a ristagnare e il malcontento di vasti settori di popolazione potrà ancora essere incanalato e utilizzato dalle destre. Peraltro, sono le forze di destra che ancora amministrano le regioni più sviluppate del Paese. E non è un caso che dall’arsenale ideologico della Lega e dei suoi fiancheggiatori si è già ripescato l’odio contro i “terroni” di cui Conte, Di Maio e gli esponenti del PD sarebbero espressione, contro il “Nord laborioso”.

La classe lavoratrice deve sottrarsi tanto alla demagogia reazionaria della Lega quanto al riformismo all’acqua di rose del PD e del Movimento 5 Stelle, deve mettere avanti i propri interessi collettivi, deve difendersi dalla crisi con proprie rivendicazioni. Non sarà il secondo governo Conte a tutelarla, così come non l’ha tutelata il primo.