Turchia: - L’attentato di Ankara e la complicità del governo

Le vittime dell'attentato di Ankara, che il 10 ottobre ha fatto più di cento morti e 500 feriti di cui alcuni molto gravi, erano venute da tutta la Turchia all’appello di sindacati e organizzazioni di sinistra, per manifestare contro la guerra che il potere politico conduce nel Kurdistan. Fa seguito a due attentati dello stesso tipo organizzati in questi mesi contro dimostranti di sinistra o autonomisti curdi. Se questi attentati sono molto probabilmente da attribuire all'organizzazione Stato islamico Isis o ai suoi sostenitori in Turchia, mettono anche sotto accusa lo Stato turco ed il governo Erdogan. Questi, in funzione dei loro calcoli, hanno favorito sul loro territorio lo sviluppo delle attività dell'Isis, a tal punto che la complicità è sempre più evidente tra questa organizzazione e la stessa polizia turca. Lungi dal combattere davvero i jihadisti, il potere turco utilizza le loro azioni oppure le strumentalizza per potere alimentare la confusione e dirigere i propri colpi innanzitutto contro le guerriglie curde, in nome della lotta contro “il terrorismo” in generale.

Forse non si saprà mai se l'attentato di Ankara va attribuito all’estrema destra, ai servizi segreti dello Stato o ad una di queste cosiddette organizzazioni jihadiste il cui sviluppo è stato favorito dal potere turco, ma anche dai governi dei paesi occidentali. Conferma in ogni caso che questa situazione rappresenta un pericolo crescente per i militanti di sinistra, i militanti sindacali ed i lavoratori in generale, in Turchia come in tutto il Vicino e Medio Oriente.

Condividiamo l'emozione ed il dolore di tutti coloro che sono stati toccati da questo ignobile attentato. Esprimiamo la nostra solidarietà ed il nostro sostegno a tutti coloro che, in Turchia e nella regione, lottano per la difesa dei loro diritti minacciati dall'oscurantismo, dalle manovre dei governi locali e dalle conseguenze degli interventi dei governi imperialisti.

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