Un’operatrice ecologica della Cidiu, azienda che si occupa della raccolta e della gestione rifiuti nella cintura ovest di Torino, il 30 giugno scorso è stata licenziata, dopo undici anni di lavoro, con l’incredibile accusa di “appropriazione indebita di un bene non di sua proprietà”. L’operaia ha ora impugnato il licenziamento. Il “bene”, meglio definirlo “il rifiuto”, era un monopattino destinato al macero nello stabilimento di Savonera a Collegno. La lavoratrice e la sua famiglia (un marito disoccupato e tre figli) da tempo sono in una difficilissima situazione economica. Spesso i suoi compagni di lavoro le dannovestiti e giochi recuperati tra i rifiuti per i suoi figli. E’ quanto avvenuto anche questa volta, e la collega che le ha dato il giocattolo ha avuto dieci giorni di sospensione.
E’ stupefacente la faccia tosta di questi padroni, che non solo si arricchiscono estorcendo gran parte del valore del lavoro dei propri operai, ma che non esitano a cacciarli se soltanto osano ad “appropriarsi” di un “bene” di “proprietà” dell’azienda, anche quando si tratta di un monopattino vecchio e rotto.
Corrispondenza da Torino