I lavoratori non si fanno intimidire e rispondono con la lotta
La Safim di None, comune della cintura di Torino, è un’azienda della logistica del freddo per la grande distribuzione che rifornisce supermercati del torinese come Mercatò e Famila. Safim è nota per il supersfruttamento e per le condizioni di vera schiavitù a cui vengono sottoposti i lavoratori, quasi tutti immigrati. Lavoro nero, straordinari non pagati, repressione antisindacale, licenziamenti politici: così i titolari della Safim hanno accumulato profitti aziendali e ricchezze personali.
Da più di due anni questi lavoratori stanno lottando per migliori condizioni di lavoro e per il rispetto dei più elementari diritti. Negli ultimi due mesi, hanno scioperato con presidi ai cancelli della Safim e hanno dato vita a manifestazioni di protesta davanti al centro commerciale Mercatò. La lotta è contro il licenziamento di quattro facchini e la denuncia di altri trenta accusati dall’azienda di aver scioperato un anno fa. Niente di meno! I quattro sono stati licenziati per aver osato denunciare la Safim all’Ispettorato del Lavoro per lavoro nero e attività antisindacale e discriminatoria. È la stessa azienda a chiarire il pretesto con cui ha ritenuto di procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro. Essa ha dichiarato, infatti, che «con la denuncia per le presunte irregolarità, quel lavoratore ha dimostrato di non aver più fiducia nella Safim: ci siamo comportati di conseguenza».
Quelle della Safim sono chiare intimidazioni nei confronti di tutti i lavoratori: se lottate sapete cosa vi aspetta! La lotta, nondimeno, continua con la determinazione a proseguire in questa giusta e sacrosanta battaglia. Ciò merita la solidarietà ed il sostegno di tutti i lavoratori, costretti oggi a subire ogni sorta di ricatto pur di sopravvivere, ma che, inevitabilmente, spesso trovano il modo e la forza di reagire lottando collettivamente.
Corrispondenza da Torino