Stellantis: il lavoratori non si lasciano dividere

Il gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobile) e il gruppo PSA (Peugeot – Citroλn), ormai uniti in uno solo con il nome di Stellantis, subiscono come tutti gli altri costruttori di automobili la crisi dei semiconduttori. Questi elementi elettronici hanno ormai una parte importante nel concepimento di un'auto ma per vari motivi le ditte che li producono, in maggior parte concentrate in Asia, non riescono più a soddisfare gli ordini. Allora, in mancanza di semiconduttori, le fabbriche automobilistiche funzionano a singhiozzo.

Θ il caso in particolare dei siti Fiat di Melfi, in Basilicata, e di Pomigliano d'Arco, vicino a Napoli. Da mesi queste fabbriche, che producono la Fiat 500X, la Jeep Renegade e la Fiat Panda, sono quasi ferme, non solo a causa della mancanza di semiconduttori ma perchι la direzione Stellantis ha scelto di privilegiare i veicoli di fascia alta, ad alto valore aggiunto. Il vantaggio è doppio, poiché gli incassi sono migliori, mentre gran parte dei lavoratori sono mandati in cassa integrazione e quindi costano ben poco all'Azienda. Non importa se devono sopravvivere con una busta paga misera!

Il dirigente della Stellantis, il franco-portoghese Carlos Tavares, che si trova ormai alla testa di un Gruppo di 400.000 dipendenti presente in 29 paesi dalla Polonia agli Stati Uniti, dal Messico all'Argentina, dalla Germania alla Francia e all'Italia, intende servirsene in funzione dei suoi bisogni industriali, per cui considera che un operaio lasciato senza lavoro in Italia o in Polonia deve anche essere pronto ad andare dove c'è bisogno, quindi nelle fabbriche del gruppo dove si concentra la produzione.

Così alcune fabbriche francesi hanno visto arrivare lavoratori dagli altri siti, non solo dal resto della Francia ma anche dalla Polonia e dall'Italia. 200 lavoratori italiani venuti da Pomigliano e Melfi sono arrivati alla fabbrica di Poissy - vicino a Parigi- e 200 altri alla fabbrica di Vesoul, nell'est della Francia. Ma parallelamente la direzione coglie l'occasione per sbarazzarsi di un certo numero di lavoratori interinali.

Infatti a Vesoul, a fine ottobre la direzione ha annunciato il licenziamento di un numero corrispondente di lavoratori interinali. Quando l'hanno saputo, alcune decine di loro hanno scioperato in segno di protesta, sostenuti non solo dagli altri lavoratori interinali, ma anche dai lavoratori permanenti e qualche volta anche dai capi. La direzione ha potuto prendere la misura della rabbia esistente tra gli operai per il disprezzo con cui vengono trattati.

Questi scioperi hanno rialzato il morale di molti lavoratori e non erano affatto diretti contro i loro compagni venuti dall'Italia. Tutti immaginano quanto stipendio hanno perso mentre in questo periodo hanno lavorato solo 4-5 giorni al mese. Con la minaccia di doversi accontentare della cassa integrazione il padrone chiede ai lavoratori di Melfi e Pomigliano di percorrere più di 1.300 chilometri per guadagnarsi da vivere, e a Vesoul molti lavoratori si chiedono se domani la stessa cosa non toccherΰ anche a loro. Il tentativo della direzione di dividere i lavoratori, ieri tra lavoratori a tempo indeterminato di Vesoul e lavoratori interinali e oggi tra lavoratori a tempo indeterminato venuti dall'Italia o dalla Polonia e lavoratori interinali, non attecchisce.

La fretta di licenziare i lavoratori interinali ha scioccato, anche una parte della gerarchia, che si è sentita male nel dover fare il lavoro sporco di annunciare i licenziamenti. Per quanto riguarda i lavoratori venuti dall'Italia, sono stati ben accolti dai lavoratori di Vesoul, i lavoratori interinali in sciopero intervistati dalla stampa hanno dichiarato di non avere nulla contro di loro, denunciando il disprezzo della direzione, non solo verso i lavoratori interinali ma anche verso i loro compagni transalpini. Stellantis non è stata nemmeno capace di trovare loro una casa decente. Solo i lavoratori di Vesoul e gli abitanti li stanno aiutando a trovare un alloggio!

La direzione Stellantis vorrebbe manovrare opponendo tra di loro i dipendenti del gruppo dei vari paesi. Preferisce trattarli come manodopera da spostare come vuole lei, invece di redistribuire le produzioni in funzione della manodopera disponibile. I 400.000 dipendenti Stellantis del mondo devono essere consapevoli di avere gli stessi interessi e la stessa dignitΰ da difendere di fronte allo stesso padrone.

Corrispondenza Stellantis