Non diversamente da Marchionne, il compito dell'ad Carlos Tavares è principalmente quello di aumentare i dividendi degli azionisti di Stellantis (tra cui la Exor della famiglia Agnelli- Elkann). Infatti il gruppo ha appena annunciato 18,6 miliardi di profitti per il 2023, in aumento del 11%, di cui 6,6 miliardi per gli azionisti, in aumento del 53%.
Nonostante questo Tavares ha detto chiaramente, minacciando di andarsene se così non fosse, che bisogna ridurre i costi e avere dallo Stato incentivi e agevolazioni se si vuole salvaguardare i profitti, non il lavoro. Da un lato taglia posti di lavoro, dall'altro batte cassa mentre politici e sindacalisti ossequiosi gli reggono il gioco limitandosi a chiedere in cambio un fantomatico piano industriale.
È una storia già vissuta, il padrone si fa i suoi affari e i lavoratori rimangono in braghe di tela, magari dopo essere stati costretti per anni ad accettare condizioni di lavoro peggiorative. Basta confrontare quanto avviene a Torino - Mirafiori con quello che succede negli altri stabilimenti in giro per l'Italia e non solo per rendersi conto che sono i lavoratori a pagare il prezzo della ristrutturazione, della concentrazione del mercato dell'automotive e della la transizione verso l'elettrico
A Cassino a fine novembre 2023 sono stati comunicati 850 esuberi strutturali per il 2024, circa un terzo del personale, contemporaneamente è stato comandato il sabato obbligatorio per i lavoratori restanti.
A Melfi tramite gli incentivi all'esodo solo nel 2023 sono fuoriusciti dalla fabbrica 1450 lavoratori e circa 1150 sono stati costretti ad accettare le trasferte a Pomigliano e in altri siti.
A Pomigliano è stato prorogato fino al 30 aprile l'accordo del 21 agosto 2023 che prevede l'obbligo di lavorare anche nella mezz'ora di pausa mensa, e intanto è di questi giorni la notizia di giornate di sospensione dal lavoro sulla produzione del Tonale, dopo più di dieci anni di cassa-integrazione e contratto di solidarietà. Solo per fare alcuni esempi, per non parlare di quanto avviene nell'indotto dove sempre più spesso si ricorre alla cig e ai licenziamenti.
Se Stellantis deciderà di investire convintamente sulla produzione in Italia lo farà in base a calcoli di convenienza e senza alcuno scrupolo come ha dimostrato in questi anni, non è cedendo ai suoi ricatti ed accettando ulteriori peggioramenti che verranno salvati posti di lavoro. Non è mettendo in concorrenza gli stabilimenti e quindi i lavoratori tra di loro giocando necessariamente al ribasso che si difenderanno i posti di lavoro. Non si tratta di portare il lavoro a Mirafiori e di toglierlo a qualcun altro, si tratta di mettere sul piatto quelle che sono le reali necessità dei lavoratori.
I profitti accumulati da Stellantis in questi anni, frutto del loro lavoro, devono prima di tutto servire a garantire i salari. I lavoratori hanno bisogno di vivere, e il lavoro che c'è va ripartito equamente tra tutti senza diminuzione del salario, non possono coesistere situazioni in cui ci sono lavoratori lasciati a casa e lavoratori costretti a lavorare di più sia in termini di orario che di carichi e ritmi di lavoro.
L'età media negli stabilimenti è alta, molti dopo anni di lavoro in fabbrica hanno patologie invalidanti, problemi fisici, qualsiasi ipotesi di ripresa produttiva messa in campo da chiunque per prima cosa vorrà liberarsi definitivamente di lavoratori considerati ormai improduttivi e sono la maggioranza. Bisogna esigere un piano di accompagnamento alla pensione che tuteli il salario e permetta di uscire dalla fabbrica senza ulteriori perdite come invece è avvenuto in questi anni con gli incentivi all'esodo.
Tavares sa difendersi benissimo da solo, sa perfettamente cosa vuole e come ottenerlo. non ha bisogno di una stuola di cortigiani che facciano le sue veci chiedendo al Governo di continuare di aprire la borsa in cambio di progetti fumosi.
I lavoratori della Stellantis dovranno fare chiarezza su quali sono i loro obiettivi e organizzarsi senza farsi strumentalizzare dagli stessi che in passato hanno appoggiato Marchionne contro di loro dicendoci che questo avrebbe garantito il loro futuro. A Mirafiori come a Pomigliano a Melfi, alla Sevel di Atessa, a Termoli i problemi sono gli stessi e vanno risolti alla base. Le lotte e le rivendicazioni dei lavoratori di Stellantis e dell'indotto vanno unificate, a cominciare da alcuni obiettivi vitali:
-Aumenti salariali adeguati al costo della vita
-Salario al 100% per i lavoratori in cassa-integrazione, in contratto di solidarietà e licenziati;
-Accompagnamento alla pensione con salario pieno di tutti i lavoratori con patologie invalidanti, per i lavoratori ormai in età pensionabile . usurati dopo una vita di lavoro in fabbrica;
-Il lavoro che c'è va ripartito tra tutti
Dal bollettino Dalla nostra parte - Torino