Lunedì 25 agosto, un folla numerosa ha assistito al funerale di Michael Brown, il giovane nero ucciso da un poliziotto due settimane prima a Ferguson, una cittadina della periferia di Saint-Louis, nello Stato del Missouri.
Il poliziotto dice di essere stato aggredito, mentre un testimone afferma che il giovane, disarmato, aveva alzato le mani e si consegnava alla polizia. Dal 9 agosto la popolazione, nera al 70%, esprime la sua rabbia e manifesta ogni giorno nella città, a mani alzate e gridando: “le mani su, non sparare” oppure “niente giustizia, niente pace”. Si scontra con le forze di repressione per esigere giustizia nei confronti del poliziotto assassino.
Dopo qualche giorno la tensione è salita perché l’atteggiamento e le decisioni delle autorità hanno solo rafforzato la rabbia e la rivolta della popolazione. Sin dall’inizio hanno coperto il poliziotto, rifiutando di fare il suo nome e diffondendo il video di una camera di sorveglianza che mostrava il giovane mentre rubava alcune sigarette da un commerciante, prima di dover riconoscere che non c’entrava niente con la sua morte. L’invio di un ufficiale nero della polizia dello Stato tra i manifestanti per affermare la sua solidarietà ha calmato le acque solo per poche ore. Alla fine la polizia locale è stata esclusa a favore della polizia dello Stato, ma i carri armati e gli altri strumenti militari esibiti contro i manifestanti hanno rafforzato la loro rabbia, senza parlare del coprifuoco installato per il fine settimana che ha dato luogo agli scontri più violenti.
Il 18 agosto i risultati delle prime autopsie hanno dimostrato che Michael Brown aveva ricevuto sei pallottole, di cui una mortale entrata dall’alto nella testa e poi scesa nel cervello. Nessuna sarebbe stata sparata a bruciapelo. La tesi dell’aggressione non regge mentre sembra confermata quella della resa dal giovane testimone.
Il governatore del Missouri, spaventato e superato dalla situazione, ha chiesto l’intervento della Guardia nazionale. La determinazione degli abitanti ad ottenere giustizia, cioè che almeno il poliziotto assassino sia arrestato e incriminato, e l’incapacità delle autorità a riportare la calma in questa cittadina di ventiduemila abitanti fanno paura.
Più si prolunga questa situazione incontrollabile, e più le autorità possono temere che la rivolta si estenda. In altre città degli Stati Uniti la popolazione è scesa in piazza per esprimere la sua rabbia di vedere giovani neri assassinati come cani da poliziotti bianchi rimasti impuniti.
In realtà questo atteggiamento della polizia e delle autorità razziste nei confronti dei neri non è una particolarità di Ferguson. In questi anni tali omicidi si contano a centinaia. L’omicidio di Trayvon Martin, un altro giovane nero ucciso nel 2012 mentre camminava tranquillamente per strada, e il rilascio del suo assassino da parte della giustizia sono fatti ancora ben presenti nella memoria di tutti. «Da trent’anni gli omicidi di giovani neri disarmati da parte dei poliziotti hanno provocato sommosse sia nelle piccole città che nelle grandi” ha scritto il quotidiano New York Times. Sembra che per la polizia i giovani neri che camminano per strada siano bersagli viventi.
La profonda rabbia espressa dalla popolazione di questa cittadina e la sua determinazione a non mollare prima di aver ottenuto giustizia possono avere avere una grande influenza nella popolazione del paese e in particolare nella popolazione nera.
Per questo motivo lo Stato federale stesso si è coinvolto nell’inchiesta inviando 40 funzionari incaricati di indagare sul posto e raccogliere testimonianze. Obama ha annunciato l’arrivo del procuratore generale del paese per dirigere l’inchiesta ed espresso la sua preoccupazione per un coinvolgimento eccessivo della Guardia nazionale. Ci ha tenuto ad affermare che non è stato lui a chiederne l'intervento, ma il governatore del Missouri.
Di nuovo il 19 agosto a Saint Louis, a pochi chilometri da Ferguson, un ragazzo nero di 23 anni è stato ucciso da due poliziotti che lo hanno colpito parecchie volte asserendo che li minacciava con un coltello. Ancora una volta un giovane nero è stato ucciso come un cane. Lo sdegno e la rivolta degli abitanti per essere trattati come bestie si sono immediatamente espresse ed alcune centinaia di persone sono scese per strada.
Dopo questa serie di omicidi la situazione è esplosiva e le autorità sia locali che federali potrebbero aver ancora grandi difficoltà di fronte alla rivolta popolare.
D.C.