Spagna: un disastro prevedibile e un'inazione criminale

La “goccia fredda”, o Dana (acronimo spagnolo per “depressione d'alta quota”) che ha attraversato la regione di Valencia il 29 ottobre non era un fenomeno imprevisto. Tutti i meteorologi avevano previsto l'arrivo della tempesta e molte delle sue conseguenze catastrofiche avrebbero potuto essere evitate, eppure ci sono state.

Oltre alle distruzioni incalcolabili, ci sono già centinaia di morti e forse 2.000 dispersi. La colpa non è solo della natura, ma anche dell'atteggiamento criminale delle autorità e di molti responsabili. L'Agenzia meteorologica di Stato aveva già avvertito del rischio lunedì 28 ottobre, lanciando addirittura un allarme rosso alle 7 del mattino successivo. Ma solo alle 20.00, quando l'acqua aveva già invaso le strade, è stato diramato l'allarme al pubblico! Di conseguenza, molti dipendenti sono rimasti intrappolati nei loro posti di lavoro.

Un anno fa, la Presidente della Regione di Madrid è stata pesantemente criticata per aver fatto scattare l'allarme rosso nonostante le piogge, alla fine, avessero risparmiato la capitale. I padroni l’avevano accusata per aver scelto la prudenza. A Valencia non è stato così, i lavoratori sono rimasti al loro posto e decine di loro sono annegati quando hanno voluto tornare a casa. Ad esempio, aziende come Ikea, Inditex e i supermercati Mercadona si sono rifiutate di chiudere i negozi o di sospendere i servizi, costringendo i lavoratori a rimanere sul posto nonostante il pericolo. Alla Ikea, hanno dovuto passare la notte ai piani superiori del centro commerciale, non potendo lasciare lo stabilimento a causa delle inondazioni, mentre le loro auto venivano spazzate via. Non si dimenticheranno le immagini dei vigili del fuoco mentre salvano un lavoratore di Mercadona che stava per cadere in un burrone, con il camion delle consegne spazzato via.

Di fronte a questa situazione di emergenza, in cui la vita di tutti i lavoratori è stata messa in serio pericolo e che ha causato centinaia di morti, il Ministro del Lavoro, membro della coalizione di sinistra, ha dichiarato di essere “a conoscenza di esempi di aziende che non hanno rispettato la legislazione vigente e non danno l'esempio”, e ha ribadito che “la legge va rispettata”, come se bastasse una semplice raccomandazione. Mentre il ministro rilasciava queste dichiarazioni, Juan Roig, amministratore delegato e principale azionista di Mercadona, veniva rimproverato da alcuni giovani per non aver fermato le consegne dei camion, al che ha risposto “è una bugia” prima di insultare uno dei giovani.

Per questo dirigente, come per molti altri, la priorità era sfruttare qualche ora in più nel turno pomeridiano, anche se ciò significava condannare i lavoratori a momenti di terrore intrappolati dall'acqua per i più fortunati, e persino alla morte per annegamento per molti altri. È questa stessa gestione irresponsabile che ha disarmato la regione di fronte ai disastri climatici: per anni, i grandi immobiliaristi hanno potuto costruire in modo massiccio sulla costa valenciana, cementificandola con la compiacenza delle autorità pubbliche.

Questa situazione ha scatenato un'immensa rabbia e frustrazione, che è esplosa quando il presidente di destra della Generalitat, Mazon, il primo ministro socialista Pedro Sanchez e il re e la regina si sono presentati a Paiporta, una delle principali zone colpite. Se la popolazione locale li ha accolti chiamandoli assassini e gettando loro addosso pietre e fango, le ragioni non sono mancate. Il governo regionale di destra e il governo centrale hanno iniziato ad accusarsi a vicenda per la risposta tardiva dei servizi di emergenza. Non c'è nulla da sperare da questo branco di vipere. La sinistra e la destra si sono spartito il potere ai vari livelli dello Stato per decenni, e le uniche misure di emergenza decise da loro sono quelle adottate per salvare le banche e il profitto capitalista. Per quanto riguarda la gestione dei disastri generati dal sistema che difendono, questi politici sono incapaci. Lo si è visto nei giorni successivi alla tempesta, quando la maggior parte delle persone colpite non hanno visto arrivare alcun aiuto, a parte qualche soldato occasionale privo di mezzi di sostegno.

D'altra parte, decine di migliaia di persone di Valencia e della regione circostante, così come di altre parti della Spagna, si sono riunite per dare una mano alle persone colpite, armate di pale, scope e qualsiasi altra cosa potessero trovare. La loro solidarietà spontanea ha contribuito a rimuovere il fango e l'acqua dagli edifici e dalle strade, oltre a fornire beni di prima necessità alle famiglie rimaste senza nulla. In tutta la Spagna sono state organizzate campagne di solidarietà per raccogliere vestiti, cibo e altri beni di prima necessità. In questo modo, gran parte della popolazione ha agito e dato aiuto, per un elementare riflesso di solidarietà, attuando ciò che le autorità costituite si sono dimostrate incapaci di fare. È una lezione che rimarrà a lungo nella memoria, forse anche più del modo in cui le conseguenze della tempesta hanno colpito la regione di Valencia.

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