Il conflitto tra governo di Madrid e nazionalisti catalani è andato avanti. Il Primo ministro spagnolo Rajoy ha deciso di far processare, minacciando di incarcerarli i responsabili catalani a tutti i livelli. Il dirigente catalanista Puigdemont da parte sua ha preferito giocare la commedia del rifugiato politico a Bruxelles.
Quali siano gli argomenti utilizzati da questi due campi, opposti ma complici, di fatto danneggiano le classi popolari. La propaganda nazionalista spagnola utilizzata da Rajoy e dalla destra, l'estrema destra e tutti i nostalgici di Franco, è un modo vecchio come lo Stato borghese di costringere le classi popolari a schierarsi dietro le sue istituzioni e dietro il governo. Approvare il nazionalismo spagnolo o anche semplicemente non distanziarsi dei suoi discorsi e procedimenti equivale a disarmare i lavoratori di fronte ai loro nemici. Ma approvare i politici borghesi come Puigdemont o anche semplicemente lasciare credere che il nazionalismo catalano potrebbe rappresentare una speranza per i lavoratori è altrettanto nocivo ed aiuta a dividere la classe operaia. Purtroppo è la posizione assunta da parte di molti militanti che fanno riferimento all'estrema sinistra, in Spagna ed altrove.
Riconoscere il diritto dei popoli all'autodeterminazione non significa che bisogna sostenere l'indipendentismo in tutti i casi, e certamente non nel caso di una regione come la Catalogna che non subisce alcuna oppressione nazionale. I lavoratori coscienti devono respingere questi due nazionalismi che si alimentano reciprocamente. Di fronte ai diversi clan della borghesia, i proletari della Spagna hanno gli stessi interessi fondamentali, a prescindere dalla loro religione o dal loro paese d'origine. I lavoratori non devono abbandonare la loro coscienza di classe a vantaggio dei pappagalli nazionalisti, anche se fanno bei discorsi per avere il loro sostegno e cercare di ottenere una maggior parte del potere... e dei sussidi che lo accompagnano.
In Catalogna, come nel resto della penisola ed ovunque, i lavoratori devono fare valere i loro interessi di classe, che non sono differenti a seconda della regione che abitano. Non solo è l'unica strada per loro, è anche l'unica strada per tutta la società. La classe operaia non deve sentirsi né catalana, né spagnola, né di nessuna nazionalità, ma internazionale. Nel conflitto che oppone nazionalisti catalani e spagnoli non deve scegliere, così come i militanti rivoluzionari non devono sostenere alcuno di questi due campi nazionalistici; devono opporre agli uni e agli altri il loro internazionalismo.
P G