I Governi di destra fanno politiche di destra, s'intende, e l'attuale Governo italiano è stato più volte definito di destra-destra. Non che i Governi precedenti abbiano fatto molto meglio, anzi. Ma se c'è una differenza, è proprio l'assoluta franchezza con cui il Governo attuale non dimostra nessuna timidezza nel perseguire i suoi obiettivi
Abbiamo sentito tante volte proclamare dai componenti della compagine governativa che sono loro a rappresentare la maggioranza degli italiani; naturalmente non è così, dato che la loro elezione è coincisa con il numero più basso dei votanti alle urne. Ma, pur contrabbandando per volontà popolare gli interessi che difendono, è piuttosto chiaro che lo fanno con determinazione e senza vergogna, basti considerare le priorità sulle quali sono decisi a legiferare.
Prendiamo ad esempio la questione fiscale: si sa da sempre che l'Italia si è costantemente mantenuta ai primi posti, addirittura nel mondo, per evasione fiscale. Uno studio commissionato qualche anno fa al ricercatore Richard Murphy dal Parlamento Europeo, che ne ha poi fatto propri i risultati, conteneva i dati stimati sui reati finanziari, l'evasione e l'elusione fiscale in Europa. All'epoca (2019) si contavano 825 miliardi di euro all'anno di evasione fiscale nella UE, e manco a dirlo l'Italia risultava al primo posto con 190,9 miliardi evasi ogni anno, mentre al secondo e al terzo posto seguivano Germania (125,1 miliardi) e Francia (117, 9 miliardi) (Il Sole 24 Ore, 29.3.19). Non ci sono studi più recenti a livello europeo, ma non ci sono nemmeno ragioni per credere che la situazione sia mutata nella sostanza. D'altra parte, per quanto riguarda l'Italia, sappiamo bene chi tiene in piedi da sempre la baracca: "I lavoratori dipendenti coprono oltre la metà del gettito dell’imposta; i pensionati un terzo. In generale per ogni contribuente che versa almeno un euro — secondo i calcoli di Itinerari previdenziali — ce ne sono due che non versano nulla. Il 42% dei contribuenti paga il 91% del totale. Il 54% della popolazione ha redditi mediani inferiori a 10 mila euro lordi l’anno. Insomma, un Paese povero, allo stremo" (Corriere della Sera Economia, 16.1.24). Teniamo presente che buona parte dell'evasione fiscale è diretta al mancato pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori dipendenti da parte delle imprese.
Con queste premesse, abbiamo sentito la premier dolersi sulla necessità dei prelievi fiscali - come se scuole, ospedali, strade e servizi vari si pagassero da sé - definendo le tasse (in particolare quelle pagate - o che dovrebbero essere pagate - dal suo bacino elettorale di riferimento) "pizzo di Stato", ed esprimendo la sua predilezione per le donazioni liberali. Naturalmente sono escluse dal ragionamento le tasse che gravano sulle buste paga. In sostanza, sulla base della beneficenza graziosamente offerta, si dovrebbe pervenire alla "carità di stato", che elargirebbe al volgo quel che può. Anzi, in mancanza di munifiche e spontanee donazioni, elargirebbe alla comunità quanto ha spremuto dalle buste paga. Confidando quindi in via prioritaria sui versamenti IRPEF di dipendenti e pensionati, il Governo non ha mancato di legiferare secondo coerenti criteri. Ci sono stati quindi in un anno e mezzo ben 18 condoni, di cui 12 solo nella prima manovra economica (L'Espresso, 14.3.24). Tasse concordate, pagamenti in contanti, stralcio delle cartelle esattoriali, e infine l'ultima perla, contenuta nel decreto di riforma della riscossione portato l'11 marzo in Consiglio dei ministri: dal 2025 basterà dichiarare di non poter saldare tutto il dovuto, e sulla parola si avrà l'opportunità di allungare i pagamenti, con piani di rientro fino a 120 rate mensili. Rateizzazioni generali, quindi, con i debiti che si allungheranno a tempi biblici. Non basta: le somme non interessate a rateizzazioni che Agenzia delle Entrate non è riuscita a riscuotere, dopo 5 anni verranno automaticamente dichiarate inesigibili, e morta lì. Non bisogna disturbare né vessare chi macina profitti...Se ne deduce che individuare gli evasori fiscali non è poi tutto questo successo: anche qualora i solerti funzionari dell'Agenzia delle Entrate Riscossione riuscissero con grandi sforzi ad accertare l'evasione, poi ti ci voglio a riscuoterla...
Intanto il Paese povero, allo stremo, su cui si esprimeva il Corriere della Sera, non migliora la propria condizione. I millantati numeri sull'occupazione hanno a che fare con lavori precari, part time involontario, discontinuità lavorativa, assunzioni per tempi brevissimi. Come risultato, "5,7 milioni di dipendenti privati guadagnano in media meno di 11mila euro lordi annui, [...] l’equivalente mensile di 850 euro, altri 2 milioni arrivano ad appena 1200 euro al mese. [...] Il 59,7% della platea complessiva ha peraltro salari ancora più bassi: si tratta di 7,9 milioni di dipendenti discontinui e oltre 2,2 milioni di lavoratori part time per tutto l’anno" (Il Fatto Quotidiano, 16.3.24). Si conferma poi ancora una volta che nel nostro Paese si arranca con salari più bassi della media europea: "Benché in Italia si lavori comparativamente di più in termini orari, i salari medi e la loro quota sul PIL sono notevolmente più bassi”. L'aumento esponenziale dell'inflazione abbatte a vista d'occhio il potere d'acquisto del lavoro dipendente, e lo si sperimenta ogni volta che il carrello del supermercato è sempre più vuoto a parità di soldi spesi. Malauguratamente non possiamo rateizzare la spesa per la sopravvivenza, e non ce la condona nessuno.
Aemme