Vecchi marittimi mugugnanti sulle calate di Genova lo hanno raccontato ai giornalisti. Troppi saloni, piscine, campi di vari giochi, troppi ponti sopra l’acqua – eh, l’inimitabile linea, la sagoma slanciata delle navi italiane! – troppo volume, peso, spesa nell’opera morta, ossia in quel mezzo “grattacielo” che sta al di sopra della linea di galleggiamento, sfinestrato e sfolgorante di luci, ove si bea la classe di lusso. Tutto a danno dell’opera viva, che è lo scafo a contatto dell’acqua, dalla cui vastità e saldezza dipende la stabilità, la facoltà di galleggiamento, di raddrizzamento dopo le sbandate, di resistenza ai colpi di mare…
A. Bordiga, 1956