Recensione - Un’analisi a caldo del fascismo

Fra le varie opere che sono uscite, in occasione del centenario dell’avvento del regime fascista in Italia, segnaliamo la ristampa di un testo che era uscito in italiano nel 1965, curato da quel Renzo De Felice che sarebbe poi rimasto noto come il più profondo conoscitore del movimento fascista e il più attendibile biografo di Mussolini. Le condizioni dell’epoca non concessero, per ragioni economiche, una grande tiratura ed è quindi naturale che questo libro sia rimasto pressoché sconosciuto alla quasi totalità del pubblico. Si tratta, ed è questo a renderlo particolarmente interessante, della raccolta di una serie di lezioni tenute a Leningrado, alla scuola di formazione per i militanti comunisti nel 1926.

Per quanto già si faccia sentire l’influenza del nuovo indirizzo staliniano, l’analisi prodotta resta un documento interessante del primo tentativo di dare una visione organica del fenomeno fascista dal punto di vista marxista. In queste pagine, non è la voce distaccata di un professore che parla, ma quella di una generazione di militanti che hanno subìto una sconfitta storica e che tentano di imparare da questa sconfitta per dare vita a un’azione rivoluzionaria efficace.

La vicenda fascista viene qui ricostruita partendo dalle correnti interventiste alla vigilia della Prima guerra mondiale, proseguendo con gli anni del Biennio rosso, descrivendo poi la natura sociale piccolo-borghese della “base” fascista, fino alla Marcia su Roma e al delitto Matteotti. Ricchissimo di riferimenti, dati e spunti critici, che per ragioni di spazio non possiamo enumerare, questo volume si può considerare veramente prezioso per chi voglia farsi un’idea chiara delle ragioni del successo del fascismo e dell’importanza che vi ebbe l’appoggio degli uomini e delle istituzioni del vecchio Stato liberale.

R. C.