Quando i morti garantiscono gli investimenti

Di recente, la Fincantieri, in società con la Lockheed, ha firmato un contratto con il governo dell’Arabia Saudita per la fornitura di quattro “navi litoranee da combattimento”. Ora, bisogna sapere che la Fincantieri è per tre quarti posseduta dalla Fintecna, la quale è al 100% proprietà della Cassa Depositi e Prestiti. La Cassa Depositi e Prestiti raccoglie in Italiail risparmio postale, di recente rilanciato da una campagna pubblicitaria televisiva. Si tratta di più di 320 miliardi tra libretti e buoni fruttiferi.

L’Arabia Saudita sta conducendo una guerra contro lo Yemen che finora ha fatto circa 15mila morti, di cui più di tremila bambini.

Dunque, lo stato italiano, e certo non è la prima volta, fregandosene altamente degli accordi internazionali e della stessa Costituzione, vende armi a una nazione in guerra. Le guerre sono ghiotte occasioni per i fabbricanti e i commercianti di armi. Le migliaia di morti, yemeniti in questo caso, che sono il costo umano di questa guerra regionale, misurando l’efficacia delle armi, fanno loro un’ottima reclame. E la Cassa Depositi e Prestiti che fa solo investimenti “avveduti” può ben considerare tutto quel sangue sparso come conferma di una fiducia “avvedutamente” accordata a chi fabbrica e vende attrezzi per distruggere porti, strade, scuole e ospedali, oltre che smembrare corpi umani.Anche questa è “competitività dell’industria nazionale”.

Questo è l’infamia a cui ci costringe il capitalismo. Andiamo all’ufficio postale a depositare i risparmi sudati o ad aprire un libretto per i nostri figli, e quel piccolo rivolo di denaro, assieme a milioni di altri, contribuisce a portare la guerra nel mondo e a gonfiare i portafogli di manager e finanzieri.