L’ultimo regalo ai dipendenti pubblici, da parte della giovane ministra Madia, è la riduzione dei comparti della Pubblica amministrazione da 11 a cinque (ovvero quattro più uno). I nuovi comparti, attivati per “creare un sistema più semplice e innovativo” sarebbero così articolati: Funzioni centrali (Ministeri, Inps, agenzie fiscali) –Comparto Sanità – Enti locali e Istruzione (Scuola, ricerca, università, accademie e conservatori). Il quinto, che non si riusciva proprio a far rientrare in nessuno dei quattro comparti principali è, neanche a dirlo, la presidenza del Consiglio.
Fin qui tutto bene (si fa per dire) e i soliti sindacali compiacenti, con la motivazione (loro) che “finalmente il governo non avrà scuse per non riaprire le trattative per il rinnovo dei contratti” hanno sottoscritto la novità senza battere ciglio. Però quando il governo va così di fretta, per quanto all’insegna della semplicità e dell’innovazione, chissà perché, ormai i dipendenti sudano freddo. Vuoi vedere che per pochi euro ci proporranno dei contratti al massimo ribasso e ridurranno ulteriormente i nostri diritti?
Non bisogna cascarci ma tenersi pronti e soprattutto usare la riduzione dei comparti per essere più uniti come lavoratori e per rivendicare i diritti, dai giorni di malattia e assenze per visite mediche pagati per intero, al salario adeguato al costo della vita, allo sblocco del turn over e ad una vera rappresentanza sindacale negli enti. Non è il caso di farsi fregare “più in fretta e senza possibilità di trattativa dal basso”!
Corrispondenza Torino