A iter parlamentare concluso, la legge delega sul lavoro, esoticamente definita “jobs act”, passa al Governo per i decreti di applicazione. Dopo le insignificanti modifiche concesse da Renzi alla cosiddetta sinistra del suo partito, che nulla aggiungono sostanzialmente all’impianto del dispositivo, la strada è spianata. Probabilmente in primavera Confindustria avrà a disposizione il nuovo strumento, del quale, a quanto pare, aveva dettato le linee portanti. Dei contenuti abbiamo già parlato altre volte, qui basterà ricordare l’esclusione del reintegro sul posto di lavoro per i licenziamenti economici ingiustificati, la possibilità di demansionamento e i controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro “tenendo conto dell’evoluzione tecnologica”, tutte possibilità negate dal vecchio arnese dello Statuto dei Lavoratori. Nelle fabbriche, negli uffici, e comunque su tutti i posti di lavoro, i padroni potranno finalmente fare senza limiti il bello e il cattivo tempo, avendo a disposizione armi di ricatto formidabili. Di sicuro però questo attacco ha risvegliato la voglia di reagire dei lavoratori, benché l’iniziativa dei sindacati si sia limitata a uno sciopero a scoppio ritardato, abbondantemente dopo l’approvazione della legge. Non sono mancate infatti iniziative spontanee diffuse, compresa quella dei Cobas durante la votazione in Senato, che le forze dell’ordine si sono impegnate a reprimere prontamente a colpi di manganello.
Nel frattempo, non si fregano le mani soltanto in Confindustria. Secondo un articolo interessante della Stampa (2.12.14), stanno facendo i conti anche le agenzie di rating. Moody’s, per esempio, ha già fatto uno studio sugli effetti che la nuova legge avrà sulle agenzie multinazionali del lavoro temporaneo, colossi come Adecco o Manpower. Secondo Moody’s, gli affari italiani del settore beneficeranno della riforma del mercato del lavoro, migliorando i margini di profitto, perché aumenterà l’utilizzo dei lavoratori a tempo. Dato che le agenzie hanno dei costi fissi per il personale delle filiali, “maggiori volumi di vendite daranno maggiori margini di profitti perché i costi di base non aumentano proporzionalmente al fatturato”. Crisi o non crisi, grandi o piccoli, gli “EROI DEL NOSTRO TEMPO”, come Renzi ha la bontà di definire gli imprenditori, non hanno nessuna intenzione di sacrificare niente dei loro profitti e dei loro privilegi.