Morto perché voleva il suo salario
È accaduto a Zumaglia, nel Biellese. Noi riprendiamo la notizia dall’edizione locale de La Repubblica. Ibrahim M’Bodi operaio senegalese di 35 anni è stato assassinato con nove coltellate dal proprio datore di lavoro, un impresario edile. Il fratello della vittima, Adam, è segretario della Fiom di Biella. Proprio lui, secondo quanto riferisce il quotidiano, aveva tentato inutilmente di ottenere dall’imprenditore almeno una parte di quanto dovuto a suo fratello.
Il comunicato dei sindacati confederali di categoria dice: “Fatti di inaudita gravità come questo rientrano in un clima generale di imbarbarimento dei rapporti sociali, con la possibile aggravante dell’odio razziale. I diritti dei lavoratori sembrano non avere più cittadinanza e se, come in questo caso, il lavoratore è extracomunitario, possono sollecitare le reazioni più estreme”.
In un momento in cui si fa un gran parlare di difesa delle identità nazionali, casi come questo ci fanno vedere che l’unica identità che bisogna difendere è quella della classe lavoratrice di qualunque nazionalità. Ibrahim, senegalese, con la pelle nera, era dei nostri, chi lo ha prima sfruttato e poi ucciso, italiano e con la pelle bianca, è dei loro.