Con attacchi e contrattacchi, i dirigenti israeliani e iraniani hanno proseguito nel loro botta e risposta. Fino a questo momento, hanno cercato di evitare una degenerazione irrimediabile dei loro rapporti. È chiaro che per ora l'amministrazione statunitense non vuole essere trascinata in una guerra aperta contro l'Iran. Invece Netanyahu ha potuto verificare che può contare sul sostegno militare incondizionato degli Stati Uniti.
Forte di questo sostegno, Netanyahu può continuare la guerra in Libano senza ritegno. L'esercito israeliano effettua quotidianamente raid aerei su Beirut, la capitale, e su molte altre città del Paese, causando numerose vittime civili. Nel sud del Paese, le truppe israeliane penetrano nei villaggi, costringendo gli abitanti a fuggire.
Anche a Gaza la guerra continua, senza che nulla sembri fermare il governo israeliano. I bombardamenti, che avvengono giorno e notte, continuano a uccidere indiscriminatamente uomini, donne e bambini. Il bilancio delle vittime continua a salire, superando i 43.000 morti. Nel nord del territorio, l'esercito israeliano sta attuando una vera e propria pulizia etnica, cercando di svuotare l'area dai suoi abitanti. In poco più di tre settimane, circa 60.000 persone sono state cacciate dalle loro case. Quelle rimaste sono abbandonate al loro destino. Non arrivano più aiuti umanitari. L'unico ospedale che ancora cerca di accogliere i pazienti è stato preso d'assalto dai soldati israeliani.
Per l'ennesima volta, Biden ha dichiarato che la guerra a Gaza deve finire, senza fare nulla per fermare la macchina bellica israeliana. Così Netanyahu può condurre una guerra contro i palestinesi che diventa una vera guerra di sterminio. Gode del sostegno e del tacito accordo dei dirigenti occidentali, che sanno che questo è il prezzo del mantnimento del controllo dell’imperialismo sul Medio oriente.
M. R