Cinquant'anni fa, i primi mesi dell'anno 1968 furono i mesi di una rivolta degli studenti che dilagava in numerosi paesi del mondo ed annunciava una serie di esplosioni sociali.
Dalla fine degli anni 1950 il numero degli studenti non aveva smesso di crescere. In Germania, era triplicato in dieci anni. Le facoltà non erano affatto adatte. Gli studenti si interrogavano sul loro futuro, ma avevano anche preoccupazioni politiche. In Francia molti avevano partecipato alle manifestazioni contro la guerra d'Algeria (1954-1962). In Giappone il primo movimento studentesco di massa apparve nel 1960, contro un trattato che trasformava il paese in un posto avanzato degli Stati Uniti nella sua politica imperialista in Asia. Alla sua testa si trovava la Zengakuren, un'organizzazione particolarmente combattiva in cui dominava il partito comunista ed erano presenti frazioni trotskiste.
Negli USA, gli studenti contro la guerra
Nel 1964, il movimento studentesco americano prese avvio alla facoltà di Berkeley, vicino a San Francisco, attorno alla rivendicazione della libertà d'espressione, allora inesistente nelle facoltà. Di fronte agli uffici di reclutamento dell'esercito presenti nelle università, gli studenti esigevano di potere denunciare la politica condotta dagli Stati Uniti nel Vietnam.
L'imperialismo americano era presente nel Sud-Vietnam dal 1954 e nel 1963 cominciò l'escalation militare. Washington diceva di dovere “arginare„ la presunta minaccia comunista del Nord-Vietnam. Ma rapidamente fu chiaro che il più potente Stato capitalista del mondo non riusciva a sconfiggere un popolo determinato a conquistare l'indipendenza. Nel gennaio 1968, l'offensiva del Têt (cioè il capodanno vietnamita) dei combattenti vietnamiti contro le basi americane del Sud-Vietnam confermò, anche per i dirigenti statunitensi, che non avrebbero vinto questa guerra, anche se però si sarebbe ancora prolungata per anni.
Negli Stati Uniti si sviluppò un movimento contro la guerra, tramite manifestazioni, diserzioni verso il Canada, rifiuti della coscrizione col rinvio dei libretti militari. In questo contesto si sviluppò un movimento studentesco politicizzato, la SDS (studenti per una società democratica) dove si metteva in discussione la guerra del Vietnam ma si parlava anche di imperialismo, di marxismo, di stalinismo, di comunismo, di movimento operaio…
Roma, Bruxelles, Berlino, Parigi...
In Italia, già dal 1967 gli studenti moltiplicavano le occupazioni di facoltà. L'università di Roma fu occupata nel febbraio 1968. Dopo di esserne stati cacciati dalla polizia, gli studenti si installarono in quella d'architettura. Così cominciò a marzo 1968 “la battaglia di Valle Giulia„ nella quale gli studenti riuscirono a resistere alle cariche poliziesche, avendo reazioni di solidarietà dei lavoratori, al punto che le direzioni sindacali chiamarono ad un giorno di sciopero generale molto seguito.
Nel Belgio, ad aprile 1968, gli studenti manifestarono varie volte contro la guerra del Vietnam e si batterono per una riforma del sistema universitario. Il 22 maggio, dichiararono l'Università libera di Bruxelles, occupata, “aperta alla popolazione„. Anche la Spagna franchista vide le sue facoltà occupate dal 1966 al 1968. Meglio, il 27 gennaio 1967, decine di migliaia di operai manifestarono contro la repressione di una manifestazione a Madrid, dove gli studenti si erano battuti con la polizia per sei ore, causando l'arresto di studenti e di operai. Il 28 gennaio 1968 fece la sua comparsa una “polizia universitaria„ che non riuscì a domare la contestazione. A marzo, il regime chiudeva l'università di Madrid.
Fu in Germania che il movimento studentesco europeo fu più potente. Alla fine del 1966, sorse un'opposizione extraparlamentare per denunciare la coalizione del SPD con la CDU. Come gli americani, gli studenti formarono una SDS, il cui principale portavoce fu Rudi Dutschke. Il 2 giugno 1967, in occasione di una manifestazione contro l'arrivo a Berlino dello Scià di Persia, uno studente fu ucciso dagli spari di un poliziotto… che in seguito fu liberato! Le assemblee di studenti si moltiplicarono, dando vita ad “un'università critica„, dove si discuteva di tutto. Denunciavano la solidarietà del governo tedesco con Washington nella guerra del Vietnam. I 17 e 18 febbraio 1968 si svolsero a Berlino, indetti dal SDS, un congresso internazionale contro la guerra del Vietnam ed una grande manifestazione. La stampa a grande diffusione del gruppo Springer si scatenò contro il presunto “terrore dei giovani rossi„. Il 21 febbraio 1968, Dutschke fu dichiarato nemico pubblico n°1. L'11 aprile, un giovane gli sparò e l'indignazione contro questo attentato si espresse con una serie di sommosse contro il gruppo di stampa. “Rudi il rosso” sopravvisse, ma le gravi conseguenze dell'attentato ridussero la sua vita, al punto che morì nel 1979, a 39 anni.
Il 3 maggio 1968, l'esplosione studentesca raggiungeva la capitale francese. Gli studenti parigini seppero rispondere alla repressione poliziesca e le loro manifestazioni trovarono la solidarietà di gran parte della popolazione. Pochi giorni dopo cominciò il più grande sciopero generale della storia del paese, coinvolgendo fino a 10 milioni di lavoratori.
In questo anno 1968 nella gioventù i movimenti di contestazione si alimentavano l'un l'altro. In alcuni paesi, tra l'altro in Francia e in Italia, questi movimenti trascinarono anche la gioventù operaia. Per tutti i partecipanti, fu un periodo intenso di messa in discussione della società e di presa di coscienza, che portò decine di migliaia di loro ad impegnarsi nella battaglia per una società giusta ed egualitaria. Per questo, cinquant'anni dopo si parla ancora del '68.
J. F.