All’appuntamento per il rinnovo del contratto nazionale, questa volta i ferrovieri si sono preparati per tempo. Se non ancora tutti i ferrovieri, sicuramente il personale dei treni, macchinisti e capitreno che da oltre un anno stanno animando un movimento rivendicativo autogestito.
Ignorati dai sindacati confederali, dei quali pure gli organizzatori del movimento hanno sollecitato il contributo, questi lavoratori stanno continuando la loro lotta. L’uso intelligente della rete ha permesso di effettuare varie assemblee in teleconferenza, superando il problema delle distanze e delle disponibilità di tempo per una categoria che lavora con turni del tutto anomali.
La piattaforma è stata elaborata a partire da tremila questionari riempiti dal personale. Le richieste sono improntate ad un effettivo recupero del potere d’acquisto e ad una riduzione degli orari di lavoro, oltre che a una quantità di rivendicazioni specifiche per il “personale mobile”, che spesso, per fare un esempio, si trova a sostare in località prive di locali di ristoro disponibili negli orari previsti per la refezione. Ma sugli specifici problemi che riguardano le conseguenze del lavoro di macchinisti e capitreno sulla loro salute psico-fisica, citiamo un estratto di un appello al personale pubblicato dal movimento in occasione dello sciopero del 12 febbraio: “I più anziani di servizio ricordano le battaglie per ottenere un posto di lavoro che non nuocesse alla salute; per chi fa parte di questa realtà da poco, potrebbe anche non sembrare importante, ma dormire poco, mangiare in orari sempre diversi o a volte non riuscirci nemmeno può davvero diventare un problema per la salute psicofisica a lungo termine, il che, se si continuano questi ritmi lavorativi, potrebbe portare a inidoneità definitive senza alcuna sicurezza di una possibile occupazione in altre mansioni, considerando anche le prospettive di privatizzazione imminente del nostro settore”.
L’Assemblea Nazionale del personale di macchina e del personale di bordo, questa, semplicemente, è la denominazione che si è data questo movimento, ha già proclamato cinque scioperi nazionali - uno dei quali, a maggio, precettato dal Ministro Salvini - che hanno avuto una partecipazione ampia come non si vedeva da tempo. Il più recente è stato il 6 e 7 luglio. Le sigle del sindacalismo di base hanno offerto il loro supporto che, anche a causa delle restrizioni legali del diritto di sciopero, si è rivelato molto utile.
Per quanto si cerchi di nascondere la realtà di questo movimento, ci sono tutte le premesse perché questo continui e magari si allarghi ad altri settori delle ferrovie, come sta già avvenendo per gli addetti alla manutenzione, e che serva da sprone anche ad altre categorie di lavoratori.
Corrispondenza ferrovieri Toscana