Nel primo incontro tra i rappresentanti sindacali e il gruppo algerino che ha rilevato le acciaierie di Piombino non ci si poteva aspettare granché, se non almeno la conferma dei futuri programmi che il presidente di Cevital Issad Rebrab aveva anticipato a dicembre. E in effetti a quanto pare è stato confermato l’ordine in tempi brevi degli impianti per l’acciaieria, ossia i nuovi forni elettrici e un nuovo treno rotaie. La produzione di rotaie continuerà per il momento sull’impianto attuale, secondo le intenzioni incrementandone le quantità. La nuova proprietà farà il suo ingresso ufficiale dal 1 aprile 2015, ma già da prima dovrebbe cominciare lo smantellamento delle aree a caldo ormai dismesse, dove – sempre nelle intenzioni – dovrebbe essere collocata la struttura per la produzione agro-alimentare.
Proprio perché mancano i dettagli tecnici di tutta l’operazione, non c’è ancora niente di definito invece per gli interrogativi più difficili: quali e quanti lavoratori potranno rientrare in tempi brevi nella produzione, che tempi ci si potranno aspettare per il lavoro a pieno regime. E soprattutto: a quali condizioni saranno assunti i lavoratori nella nuova società; che fine faranno gli operai delle ditte dell’indotto; come sarà gestito il piano dei rientri e che tipo di ammortizzatori sono previsti, dato che già da ora è prevedibile che una parte consistente delle maestranze non rientrerà in fabbrica prima di un anno, un anno e mezzo; e infine: quanti lavoratori saranno fuori dalla fabbrica alla fine dei giochi? Nel programma definitivo di gestione del gruppo, alla data del 31 dicembre 2012, l’allora commissario Piero Nardi fissava in 2314 unità i dipendenti diretti del gruppo, tra Lucchini Spa (2056) e Lucchini servizi (258), a cui si aggiungevano 34 dipendenti dell’ufficio commerciale con sede a Brescia (Fonte Il Sole 24 Ore, 9.1.15). Ma l’offerta dell’impresa algerina si riferisce solo a 1.860 lavoratori, dato confermato anche da fonti governative, con un’eccedenza di circa 500 unità. Anche considerando, come pare, che per 200 sia possibile l’uscita per il raggiungimento dell’età pensionabile entro un paio d’anni, per 300 lavoratori resta un’incognita pesante.
Il prossimo incontro tra Cevital e sindacati è previsto verso la fine di gennaio, e sicuramente non sarà l’ultimo. Al di là del trionfalismo con il quale è stato accolto il nuovo padrone dal Governo, al di là del sollievo per lo sblocco di una situazione che sembrava irrisolvibile, restano le questioni concrete da risolvere, e i lavoratori dovranno vigilare senza deleghe in bianco ai loro rappresentanti. I problemi sono tanti, e riguardano non soltanto i dipendenti diretti dell’ormai ex Lucchini, ma anche quelli dell’indotto e delle ditte collegate. Nessuno dovrà rimanere indietro.
Corrispondenza Piombino