" Lo Stato non accetta i ricatti" e "la legge va applicata", il ministro degli interni Maroni non ha trovato altro da rispondere ai lavoratori immigrati che protestano e chiedono la loro regolarizzazione. Ma trattandosi di ricatti, a subirli sono innanzitutto i lavoratori immigrati. Perché la legge, appunto, dovuta agli amici di Maroni e cioè in particolare alla Lega Nord, è ingiusta e discriminatoria. Peraltro è anche dovuta, oltre ovviamente a Berlusconi, agli uomini dell'ex Alleanza Nazionale con i quali oggi la Lega Nord è in conflitto, e quindi merita sempre il nome di legge Bossi-Fini.
Un risultato della legge, col moltiplicare gli ostacoli alla regolarizzazione della situazione dei lavoratori immigrati, è di farne lavoratori clandestini, sottomessi quindi a tutte le pressioni e tutti i ricatti possibili. Contro questo protestavano i lavoratori immigrati di Brescia che, quando il loro presidio è stato sgomberato dalla polizia, hanno deciso di salire sulla gru di un cantiere del centro città, dichiarando che ci sarebbero rimasti finché non si fosse aperta una trattativa per la loro regolarizzazione. Tra le altre cose, protestavano per avere pagato somme importanti per la loro domanda di permesso di soggiorno, senza il minimo risultato.
La spettacolare manifestazione degli immigrati di Brescia ha portato a manifestazioni di solidarietà che si sono svolte nonostante le cariche della polizia. Purtroppo queste manifestazioni non sono state sufficienti per fare cedere il potere. Di fronte alla protesta degli immigrati, le autorità locali che appartengono alla Lega Nord così come il ministro degli interni, ci tenevano a dimostrare la loro fermezza e anche a dare un esempio. Dopo che sono scesi dalla gru, dove alcuni sono rimasti fino a 17 giorni, gli immigrati sono stati arrestati e alcuni immediatamente espulsi.
È inammissibile che donne e uomini che lavorano qui, spesso da parecchi anni, siano sottomessi ad un regime discriminatorio che, nei fatti, rende impossibile di arrivare ad una situazione regolare e li costringe a vivere in modo clandestino. È una situazione indegna e farla finire sarebbe l'interesse di tutti i lavoratori, immigrati ma anche italiani. Non possiamo accettare che tra di loro alcuni abbiano meno diritti degli altri e siano sottomessi ad ogni momento alla minaccia dell'espulsione e quindi a tutti i ricatti dei padroni e delle varie mafie.
Il caso non è concluso. Dopo che gli occupanti della gru di Brescia sono stati costretti a scendere, altri continuavano ad occupare la torre di via Imboniti, questa volta a Milano, e non c'è dubbio che le proteste andranno avanti, perché i lavoratori immigrati accettano sempre meno la situazione che subiscono. Tutti devono avere diritto ad un permesso di soggiorno, e per questo devono avere la solidarietà di tutti i lavoratori del paese. La lotta per l'abrogazione di ogni legislazione discriminatoria, a cominciare dalla legge Bossi-Fini, è la lotta di tutti.