Dal cessate il fuoco firmato il 27 novembre tra Hezbollah e Israele, la popolazione libanese sta cercando di ricostruire la propria vita nonostante l'entità delle distruzioni causate da 14 mesi di bombardamenti israeliani.
Il compito è reso ancora più difficile dal fatto che i bombardamenti continuano in alcune regioni e che la crisi e l'alta inflazione persistono. In realtà, il cessate il fuoco è stato solo unilaterale. L'esercito israeliano continua a occupare alcuni villaggi di confine e a impedire agli abitanti di tornare. I bombardamenti quotidiani sono proseguiti, causando morti e distruzioni.
All'indomani del cessate il fuoco i centri di accoglienza sono stati chiusi dal governo libanese e la popolazione deve cercare delle soluzioni con le proprie risorse, nonostante l'entità dei danni. Alcune aree del sud del Paese e della periferia meridionale di Beirut sono difficili da abitare, soprattutto in questa stagione invernale. In alcuni luoghi mancano acqua ed elettricità, i vetri delle finestre sono spesso rotti e le strade impraticabili. Anche la speculazione sta rendendo la situazione ancora più difficile. I prezzi sono quasi raddoppiati, compresi gli affitti, le riparazioni e il cibo.
Di fronte a questa situazione di crisi e al totale disimpegno dello Stato, Hezbollah ha subito promesso di versare aiuti per coloro le cui case sono state completamente distrutte. Per gli altri, ha inviato agenti per valutare i danni, con la promessa di rimborsare il costo delle riparazioni se queste possono essere effettuate. Questo partito sciita vorrebbe non perdere la sua base popolare, mentre viene criticato per aver scatenato le ostilità con Israele all'indomani del 7 ottobre 2023.
Nel frattempo, la popolazione delle regioni colpite dal disastro è stata abbandonata a se stessa, sopravvivendo principalmente grazie agli aiuti reciproci. Per il momento, solo in pochi cominciano a ricostruire le loro case demolite. In primo luogo, non possono aspettarsi alcun finanziamento da parte dello Stato e i finanziamenti di Hezbollah sono incerti. In secondo luogo, ciò che viene ricostruito potrebbe essere nuovamente distrutto, data l'incertezza sul futuro, le manovre delle varie potenze nella regione e la permanente minaccia israeliana.
M K