L'Europa capitalista condanna a morte i migranti

Almeno 800 bambini, donne e uomini sono morti annegati domenica 19 aprile nel naufragio della loro barca al largo della Libia. Questa strage fa seguito ad altri altrettanto terribili e ne precede sicuramente altre.

Quanti Siriani, eritrei, Sudanesi o Somali dovranno ancora morire così alle porte dell’Europa? Renzi fa appello all’Unione europea per aiutare l’Italia. Ma dopo essersi asciugato le loro lacrime da coccodrillo, questi stessi dirigenti europei si intenderanno per indurire la loro politica criminale. Se parleranno di cooperazione europea, non sarà per salvare i migranti, ma per respingerli! La sorte di queste donne e di questi uomini non li interessa per niente.

Molti candidati all'immigrazione vorrebbero arrivare per vie sicure e legali per richiedere l'asilo. Invece, sono cacciati da tutte le parti e si ritrovano sotto la dipendenza di trafficanti senza scrupoli. I dirigenti europei denunciano questo traffico di esseri umani, ma sono loro che espongono i migranti a rischi sempre più grandi.

Quasi 4 milioni di Siriani sono fuggiti dal loro paese, in guerra dal 2011; la grande maggioranza si è rifugiata in Turchia o in Libano, cioè nei paesi vicini, e solo alcune decine di migliaia sono riusciti a raggiungere l'Europa sviluppata, ma ciò basta ai demagoghi come la Lega per parlare del “pericolo migratorio”. Agitare questo fantasma quando bambini, donne e uomini muoiono sotto bombe, ben reali queste, è vergognoso.

I dirigenti europei fanno di tutto per tenere i popoli più poveri a distanza. Ma il sistema che servono moltiplica la miseria, le guerre e le persecuzioni. Hanno sempre le parole “democrazia”, “pace” e “sviluppo” in bocca. Ma cosa hanno portato all'Africa, se non il saccheggio continuo delle sue ricchezze? Gli interventi militari successivi in Africa e in Medio Oriente vi hanno portato soltanto una successione di dittature e la devastazione. Quanto alle ultime manovre guerriere delle potenze imperialiste in Iraq, Siria o Libia, hanno condotto alla disgregazione degli stati da parte delle milizie.

Condannare i popoli alla miseria estrema, imprigionarli nella loro situazione di sfruttati, questo fa parte della guerra condotta dalla borghesia contro i poveri. La lotta che gli stati ricchi conducono contro i migranti ne è un aspetto infame.

Gli sfruttati non devono proteggersi dai più poveri, ma dai più ricchi, cioè dei capitalisti. È il loro potere sulla società a creare tante diseguaglianze ed ingiustizie. Da più di un secolo, i mezzi di produzione sono in gran parte sufficienti a soddisfare le necessità di tutta l'umanità senza che i popoli abbiano bisogno di farsi la guerra per disporre del necessario. L'Europa stessa concentra ricchezze enormi. Ma si accumulano nelle tasche di una minoranza, sono sprecate in capricci da ricchi o nella speculazione e mancano crudelmente per soddisfare i bisogni della maggioranza.

Con la borghesia parassitaria al potere, questo sistema non darà mai a tutti il diritto di vivere decentemente. Per porre fine a questa barbarie, i lavoratori stessi devono strappare i mezzi di produzione dalle mani della minoranza capitalista e prendere il pieno controllo delle ricchezze.

L. V.