Almeno 129 morti e più di 300 feriti; i terroristi che hanno colpito Parigi la sera del 13 novembre hanno ucciso freddamente e metodicamente più donne e uomini che hanno potuto: quelli che erano seduti all’aperto in un caffè, gli spettatori del Bataclan, quelli che si trovavano allo Stadio di Francia.
Hanno ucciso senza fare distinzioni, a caso, per terrorizzare. Quando la barbarie si scatena in questo modo, non si può che essere presi dall’orrore. Niente può giustificare tali stragi. Questi atti vengono da nemici di tutta l’umanità e, per conseguenza, da nemici dei lavoratori.
Con la popolazione ancora sconvolta per quello che era accaduto, i principali dirigenti politici hanno pensato bene di “cavalcare” questa emozione. Tutti allineati dietro di loro e in silenzio: questa è la loro pretesa. La “classe politica” lo ha fatto capire, tutta intera, quando si è riunita solennemente in congresso il pomeriggio del 16 novembre per appellarsi all’unità nazionale. Il giorno prima, Hollande aveva ricevuto all’Eliseo Sarkozy e la Le Pen.
Parlano di unità, ma la destra e il Fronte Nazionale smetteranno la loro nauseante gara a chi la spara più grossa contro i musulmani e contro gli stranieri? Il governo metterà fine a questo clima di ostilità generalizzato? Certo che no! Con lo stato d’emergenza e l’indurimento delle misure poliziesche, bisogna aspettarsi il moltiplicarsi dei controlli basati sull’aspetto fisico e il sospetto generalizzato che incoraggerà i peggiori razzisti.
Per Hollande, Sarkozy e Marine Le Pen, “l’unità nazionale” consiste nell’unirsi dietro di loro per fare la guerra. Anche se la destra e il FN criticano la politica di Hollande che sarebbe ancora troppo lassista, ordinano a tutti di fare blocco dietro allo Stato e di sostenere lo sforzo bellico, di accettare lo stato di emergenza e la limitazione delle libertà. Chi non sostiene questo percorso di guerra, tuonano loro, sta con i jihadisti!
Ebbene no, non bisogna lasciarsi impressionare da questo genere di ricatti. Bisogna denunciare tanto i terroristi quanto i responsabili dello Stato francese.
I jihadisti dell’Isis esercitano una delle dittature più feroci che ci siano mai state nelle regioni che dominano. Taglieggiano la popolazione, la costringono a vivere secondo dei precetti medievali, riducono le donne in schiavitù e liquidano quelli che non la pensano come loro. Le loro vittime sono tanto dei musulmani come dei cristiani, a riprova che non si tratta di uno “scontro di civiltà” o di una “guerra di religione”, ma di una lotta per il potere e per il controllo delle ricchezze della regione.
Ma questi mostri non sono nati dal niente. Per mantenere il loro dominio in questa regione del Medio Oriente, che un tempo avevano colonizzato, i dirigenti dei paesi imperialisti non hanno mai esitato ad appoggiarsi ai peggiori regimi, su delle dittature medievali come l’Arabia Saudita o sullo stato di Israele che opprime il popolo palestinese.
Quando ha fatto loro comodo, hanno armato dei gruppi e hanno manovrato per far nascere delle opposizioni. In Iraq gli Stati Uniti hanno rovesciato Saddam Hussein, distrutto il suo esercito e messo in piedi un regime che ha escluso i sunniti. Oggi questi si ritrovano alla testa dell’Isis.
Le grandi potenze hanno scatenato la “guerra contro il terrorismo” 14 anni fa, dopo l’attentato alle Torri gemelle. A quell’epoca c’erano uno o due focolai terroristi. Oggi ce ne sono decine. Invece di sradicare il terrorismo, gli interventi imperialisti lo nutrono.
Il 10 ottobre in Turchia, dei terroristi fecero 97 morti. Il 31 ottobre un aereo russo si è schiantato sul Sinai: 224 morti. Il 12 novembre a Beirut, una bomba ha falciato 44 persone. Quanto alla guerra in Siria, questa ha già fatto 250.000 morti. Allora, non è vero che la barbarie sia aumentata di un gradino dopo che ha colpito Parigi. Ha semplicemente raggiunto la Francia.
La Francia non può essere un’isola di sicurezza e felicità in un oceano di miseria e di guerre. Un mondo dove 67 famiglie possiedono l’equivalente di quello che hanno per sopravvivere 3,5 miliardi di esseri umani, un mondo dove l’Africa e il Medio Oriente sono degli eldorado bramati dai capitalisti, ma degli inferni per le loro popolazioni, non può che generare delle mostruosità. Non sarà possibile sbarazzarsene che prendendo il male alla radice, ovvero il dominio di questo folle sistema economico.
Non bisogna lasciarsi irreggimentare dietro questa “Union sacrée” degli imperialisti! Non bisogna lasciare che Hollande, Sarkozy, Le Pen, parlino in nome della popolazione! È vitale che i lavoratori, quale che sia la loro origine, si sentano una classe unita dai propri interessi, per difendersi da questa minoranza che li sfrutta e che sprofonda il mondo nella barbarie.
Corrispondenza da Parigi