Con le notizie sul rallentamento dell'epidemia di Covid 19 e l’arrivo della bella stagione, un numero sempre maggiore di migranti sta tentando la fortuna, sia sulla terraferma che in mare. Polizia e guardia costiera cercano sempre di respingere chi cerca di sfuggire alla miseria e alla guerra.
I migranti cercano di raggiungere l'Italia, ma non solo. Il 15 giugno, Amnesty International ha denunciato le violenze imposte ai rifugiati dalla polizia croata. Diversi migranti hanno testimoniato di essere stati picchiati e torturati da individui incappucciati che assomigliano alle forze speciali della polizia. Dopo averli picchiati al punto di non poter più camminare e nemmeno stare in piedi, li hanno consegnati alla polizia di frontiera, che li ha fatti uscire dal paese. Sono stati recuperati e accolti da organizzazioni umanitarie in Bosnia ed Erzegovina. Il ministro degli Interni croato nega qualsiasi coinvolgimento e si rifiuta di indagare. L'Unione europea, che gli fornisce 7 milioni di euro per rendere sicure le frontiere dell'Europa, ha appena chiesto al governo croato di svolgere un'indagine approfondita su queste accuse.
Il 14 giugno, nel Mar Egeo, le guardie costiere greche e turche hanno lasciato una barca di migranti in difficoltà per 14 ore al largo dell'isola di Lesbo. Solo quando si è stabilito che la barca si trovava in acque greche, i migranti sono stati salvati. Ancora una volta, l'Unione Europea e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati hanno chiesto al governo greco di indagare.
Per quanto riguarda i migranti dell'Africa subsahariana, 52 di loro, la maggior parte donne, sono annegati all'inizio di giugno al largo di Sfax, in Tunisia. Tra gennaio e maggio 2020, nonostante l'epidemia, le partenze clandestine dalla Tunisia verso l'Europa sono state quattro volte superiori a quelle dello stesso periodo del 2019. Molti dei rifugiati arrivati in Libia hanno dovuto fuggire dalla guerra, una guerra per il petrolio in cui sono coinvolte potenze europee come Italia e Francia.
Torna in luce tutta l'ipocrisia dei governi europei, a cominciare dall'Italia, innanzitutto preoccupati di respingere i migranti e che poi chiedono indagini o versano lacrime di coccodrillo per la morte di centinaia di donne, uomini e bambini di cui sono responsabili.
S. M.