Dell'effetto collaterale dei continui tagli e blocchi del turnover susseguitesi negli anni non parla quasi mai nessuno, mentre il rumore mediatico attorno a poche decine di persone che timbrano il cartellino e poi vanno a spasso raggiunge il mondo intero.
In realtà da anni molti lavoratori pubblici devono operare silenziosamente al di là dell’orario istituzionale per andare incontro alle esigenze dei cittadini o semplicemente per portare a termine i loro compiti. Il fenomeno è particolarmente diffuso in particolare nella sanità. Lì, si sa benissimo e da molto, se vengono evitate delle tragedie spesso è solo per il senso del dovere e per l’abnegazione di molti operatori.
Così poche settimane fa il dirigente medico del pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria di Torino ha dichiarato, nel corso di una trasmissione televisiva, di aver spesso bollato per poi tornare al lavoro, invece di uscire, per poter continuare ad assistere i pazienti senza dover violare i rigidi vincoli d’orario. Risultato? Il giorno dopo il medico è stato convocato dalla dirigenza dell’azienda sanitaria e rischiava un provvedimento disciplinare.
Essere perseguiti per aver lavorato di più e gratis è il colmo dei colmi. Questo medico è inquisito per aver disturbato il comodo luogo comune secondo il quale i servizi pubblici non funzionerebbero “per colpa dei dipendenti fannulloni e assenteisti”. Ma non bisogna aspettarsi che sia sempre un Don Chisciotte ad affrontare da solo gli ostacoli. Il rilancio dei servizi e le assunzioni di massa si ottengono lottando tutti assieme e apertamente.
Corrispondenza Torino