Lo scorso 5 ottobre circa 800 mila lavoratori del settore pubblico della Romania hanno fatto sciopero per protestare contro le misure di “austerity” imposte dal FMI (Fondo monetario internazionale) che colpiscono i posti di lavoro, i salari e le pensioni. Due giorni più tardi una manifestazione ha riunito tra le15000 e le 30000 persone a Bucarest.
Il FMI teme che la crisi finanziaria e politica dell’amministrazione romena metta in pericolo la restituzione dei 20 miliardi di euro erogati al governo di Bucarest. Le leggi antioperaie del governo Emil Boc sono state fortemente condizionate dalle pressioni di questo organismo internazionale.
Secondo il vicepresidente del sindacato “Cartel Alfa”, Petru Dandea, i sindacati sono pronti a prolungare lo sciopero a tempo indeterminato nel mese di novembre se il governo non modificherà la legge unica sugli stipendi. Questa legge prevede, tra l’altro, una diminuzione di reddito per medici e insegnanti. Le organizzazioni dei lavoratori rivendicano un aumento del salario minimo da 600 a 740 lei (circa 185 euro) dal primo gennaio 2010.
Negli ospedali la mancanza di personale ha assunto una dimensione catastrofica, aggravata dal fatto che molti medici e infermieri specializzati sono emigrati all’estero. “Ci viene detto che sarà necessario prendere dieci giorni di ferie non pagate prima della fine dell’anno ma, in pratica questo è completamente irrealizzabile”, dichiara un sindacalista del settore citato dal Corriere dei Balcani. In effetti il funzionamento di base degli ospedali ne risulterebbe compromesso.
Un gruppo di marittimi del porto di Costanza, sul mar Nero, facevano anche loro parte del corteo che ha sfilato a Bucarest: “Con 600 lei al mese (circa 150 euro) all’inizio della carriera, un marittimo non qualificato non riceve nemmeno quanto basta per nutrirsi, riscaldarsi . alloggiarsi, curarsi decentemente” spiegava un sindacalista che aggiungeva: “Siamo venuti a reclamare un incremento indispensabile dei nostri salari. Ma anche per mostrare la nostra solidarietà verso tutti quei dipendenti pubblici che subiranno una nuova legge piena di lacune e di ingiustizie”.