Dopo varie assemblee di preparazione, un nuovo sciopero si è svolto la sera del 15 gennaio nei magazzini Esselunga di Pioltello. È riuscito nell'intento di bloccare completamente tutta l'attività nei capannoni del reparto drogheria.
Avvisati per tempo dell'anticipazione alle ore 18 del normale turno di lavoro previsto per le 24, operai e militanti provenienti da altre cooperative si sono concentrati davanti ai cancelli fin dalle 16,30, fino a raggiungere oltre 250 persone, comprendendo fra questi le decine di operai chiamati in turno di lavoro che si fermavano davanti al picchetto senza nessuna intenzione di forzarlo per entrare al lavoro.
L'azienda era paralizzata e da quel momento è cominciato un frenetico giro di telefonate orchestrato dai caporali delle cooperative e dal capo del servizio di sicurezza dell'Esselunga, portando ad un tardivo arrivo delle truppe di polizia dirottate a Pioltello direttamente dallo stadio di S.Siro dove si stava per svolgere il derby calcistico milanese. Tra gli operai c'erano valutazioni diverse sul che fare ma nessuno aveva voglia di entrare e tanto meno di arrivare ad uno scontro col picchetto; qualcuno aspettava una sorta di fantomatico via libera da parte dei loro responsabili (questi gli effetti concreti e diretti del caporalato che da mesi viene denunciato).
Su questa contraddizione ha cercato di far leva colui che si è improvvisato commissario unico della situazione, e cioè il responsabile di piazza della questura. Dopo aver minacciato gli scioperanti, si è fatto diretto difensore della Esselunga e delle cooperative. Uscendo dalle fila degli sbirri in antisommossa, è andato a cercare di farsi garante dei presunti interessi e diritti degli operai delle cooperative Alma e Rad, proponendogli di entrare "liberamente" al lavoro, naturalmente sotto scorta degli agenti.
Questa mossa piuttosto azzardata ha sortito solo l'effetto di radicalizzare ulteriormente gli scioperanti, riuscendo a convincere l'insieme degli operai, anche quelli più titubanti, prima ad arretrare di una trentina di metri, ormai lontani dai cancelli. Risultato finale: dopo due ore e mezza di fronteggiamento, assemblee comizi e capannelli, tutti gli operai hanno deciso di andarsene a casa.
Questo sciopero era nato per contestare gli ultimi recentissimi allontanamenti coatti che portano a circa 30 il numero degli esclusi, in un ciclo repressivo che non sembra trovar fine e rende sempre più esplicita l'intenzione dell'Esselunga di cancellare il sindacato SI.Cobas. È riuscito a trasformarsi in un blocco totale dell'attività con la cancellazione dell'intero turno serale dal programma aziendale, e lo spostamento alle 24 dell'inizio dei lavori settimanali. La Esselunga e gli altri datori di lavoro non potranno sempre ricorrere impunemente al sistema dell'appalto e delle cooperative per impiegare lavoratori a cui negano ogni diritto.
Corrispondenza Milano