In un solo fine settimana, il 28 e il 29 giugno, 5500 migranti clandestini sono stati recuperati al largo della Sicilia. Ma più di 45 sono morti asfissiati, stipati nella stiva di un barcone troppo piccolo sul quale più di 600 profughi erano stati imbarcati.
Purtroppo questa è solo una delle stragi quasi quotidiane avvenute nel Canale di Sicilia, vicino alle coste africane da cui partono sempre più navi o gommoni di migranti pronti a rischiare la vita per sfuggire alle guerre che infuriano nel loro paese o semplicemente alla miseria. Il numero dei morti in questa prima metà dell'anno è almeno 400, una stima probabilmente ben sotto la realtà poiché i numerosi dispersi difficilmente si possono conteggiare.
Nel 2013 secondo l'Onu 51 milioni di profughi nel mondo, di cui la metà bambini, hanno cercato di fuggire di fronte ai conflitti armati o alle situazioni di crisi che producono fame e miseria. È la cifra più alta dalla fine della seconda guerra mondiale.
Dall'inizio dell'anno 2014 il numero degli sbarchi nelle regioni del sud d'Italia è aumentato. Sessantamila persone venute in maggioranza dall'Africa sub sahariana. Dopo un viaggio pericolosissimo si ritrovano parcheggiate in condizioni schifose in centri d'accoglienza troppo piccoli e vetusti. Dalla strage dell'ottobre scorso a Lampedusa, dove erano morti 400 migranti, l'operazione Mare Nostrum conduce la marina italiana vicino alle coste libiche per intercettare i clandestini. Ma questo dispositivo è impotente di fronte all'aumento costante del numero dei profughi e non dà alcuna risposta al problema dell'accoglienza degli immigrati, che i comuni devono accogliere con i loro scarsi mezzi.
L'Unione Europea ha promesso di creare un posto di commissario specificamente dedicato alla questione degli immigrati clandestini, ma ha subito precisato che non contribuirà oltre le risorse attualmente esistenti. Renzi nel maggio scorso si era lamentato dichiarando che “l'Europa ci lascia soli”, aggiungendo che “non è possibile salvare Stati, banche, poi lasciar morire madri e bambini.” Come se il suo governo facesse altre scelte!
La sua pseudo indignazione morale non può mascherare la responsabilità che il governo italiano condivide con tutti gli altri governi europei nel succedersi di stragi nel Mediterraneo. È la loro comune politica di restrizione dell'immigrazione legale ad alimentare i circuiti di scafisti senza scrupoli che organizzano queste traversate mortali. L'Unione europea come i governi nazionali trova i soldi per reprimere l'immigrazione e circondare l'Europa con barriere che spera sempre più invarcabili. Oggi l'agenzia Frontex creata nel 2005 per coordinare le operazioni di lotta contro l'immigrazione clandestina gode di un finanziamento di 85 milioni di euro.
Il numero dei morti annegati nel Mediterraneo fa parte del macabro bilancio di questa società capitalista in cui l'Europa costituisce ancora un'isola di relativo benessere, che i suoi dirigenti provano a rendere inaccessibile ai poveri che il loro sistema crea e moltiplica.
N C