La sicurezza dei treni e i nuovi regolamenti

Progressivamente, alla chetichella, stiamo andando verso un sistema di regolamenti che si risolve in un abbassamento dei livelli di sicurezza della circolazione ferroviaria. Questo processo riguarda anche la figura del capotreno che, se verrà lasciata mano libera alle imprese ferroviarie, verosimilmente, verrà eliminata dai treni.

Si sa che l’intero sistema ferroviario europeo è stato progressivamente liberalizzato e che le imprese ferroviarie, in misura sempre maggiore, hanno acquisito le caratteristiche e le prerogative di aziende private interessate al massimo profitto. È chiaro che questo enorme insieme di interessi capitalistici, pure con tutti i conflitti che lo attraversano, preme sulle istituzioni comunitarie per allentare tutti i controlli più stringenti al materiale rotabile. Più precisamente: le norme ereditate dai vecchi monopoli statali sono state già in parte scardinate e lo saranno ancora di più, per quanto riguarda l’Italia, con il nuovo RCF (Regolamento per la Circolazione Ferroviaria).

Non è facile spiegare questi cambiamenti ai non ferrovieri. Per semplificare si può dire che il sistema di norme che regola le attività ferroviarie diventa sempre meno dettagliato sul modo come le imprese devono garantire che i treni viaggino in sicurezza e lascia alle stesse imprese di determinare i mezzi tecnici con i quali garantire questa sicurezza. Sembra una differenza da poco, ma un esempio chiarirà di che cosa parliamo. Fino ad oggi, il RCF prescrive che “un veicolo adibito al servizio viaggiatori non può uscire dall’impianto di manutenzione con una o più porte guaste né con i dispositivi di segnalazione di chiusura e blocco porte in cabina di guida guasti”. L'annunciato nuovo RCF recita invece: “Al termine delle attività manutentive, i veicoli non devono presentare non conformità pericolose per la sicurezza della circolazione, degli utenti, clienti, lavoratori interessati o terzi”. Cioè, sarà l’impresa ferroviaria a stabilire quali siano le “non conformità” alle quali il nuovo regolamento si riferisce in modo generico senza nominarne una.

Una logica simile riguarda il ruolo del capotreno. Attualmente, le sue mansioni sono strettamente legate alla sicurezza dei viaggiatori e della circolazione dei treni. Sono, se vogliamo, un “dispositivo umano” che compone il complesso meccanismo della sicurezza della circolazione oltre a quella a bordo treno e alla regolarità del servizio. Il nuovo RCF dice invece che queste condizioni di sicurezza possono essere garantite “tramite persone o dispositivi tecnologici” indifferentemente. Alle imprese decidere.

Come è successo altre volte, i capitreno, come i macchinisti e tutti gli altri ferrovieri, possono far tornare le imprese ferroviarie e l’Agenzia che emana i regolamenti, sui propri passi. Ma è indispensabile che tutti abbiano chiara la posta in gioco.

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