La politica “globale” dei ricchi

La deregolamentazione finanziaria ha creato enormi opportunità di guadagni speculativi e stipendi astronomici per alti dirigenti e uomini della finanza. La deregolamentazione di altri settori ha permesso alle aziende di fare maggiori profitti, anche in virtù di un migliore sfruttamento dei loro poteri monopolistici, inquinare liberamente l’ambiente e licenziare più facilmente i lavoratori.(…)

Secondo l’Economic Policy Institute (EPI), il centro studi di centrosinistra di Washington, tra il 1979 e il 2006 (ultimo anno di cui sono disponibili i dati) l’1 per cento più ricco della popolazione americana ha più che raddoppiato la sua quota del reddito nazionale, dal 10 al 22,9 per cento. Lo 0,1 per cento più ricco ha fatto ancora meglio, più che triplicando la sua quota, dal 3,5 per cento del 1979 all’11,6 per cento del 2006. Una situazione dovuta principalmente agli aumenti astronomici delle retribuzioni dei top manager. E che siano stati ingiustificati è ovvio dopo la crisi finanziaria del 2008.

Ha-Joon Chang, “23 cose che non ti hanno detto del capitalismo”, 2010