Il 90% dei dipendenti Piaggio ha partecipato allo sciopero indetto a inizio aprile dalla Fiom contro il prelievo forzoso in busta paga del premio di produzione già anticipato. La stessa Fiom non aveva tutti i torti quando nel 2009 si decise a firmare l’accordo solo dopo l’approvazione della maggioranza dei lavoratori, peraltro all’epoca non schiacciante.
L’accordo prevedeva, tra l’altro, l’erogazione del premio di produzione con acconti anticipati, salvo conguaglio a fine anno. E conguaglio secondo la Piaggio deve essere, non essendo stati raggiunti – sempre secondo Piaggio - gli obiettivi all’epoca individuati secondo parametri di produttività, redditività e soddisfazione del cliente. Secondo la Fiom l’intesa non offriva garanzie sufficienti, e alla luce dei fatti (ma non era difficile immaginarlo già nel 2009), fornisce tutti gli strumenti all’azienda per dare o togliere a piacimento. Ora la Piaggio rivuole indietro quelli che considera i suoi soldi, anche se il bilancio 2012 per il Gruppo si è chiuso con un utile netto di 42,1 milioni di euro, e con la proposta di un dividendo in rialzo per gli azionisti, da 8,2 centesimi nel 2011 a 9,2 nel 2012. Lo stacco cedole avverrà il 20/05/2013, con pagamento il 23/05/2013, come riferisce il messaggio reperibile – insieme agli altri dati contabili – sul sito del Gruppo.
Così, mentre Piaggio chiede indietro cifre - da 175 a 700 euro per ogni lavoratore – che per l’impresa sono miserabili, ma per i lavoratori fanno la differenza, ci sarà chi si riempirà le tasche non avendo dimostrato di produrre né bene né male assolutamente niente. Negli ultimi giorni, a quanto pare, Piaggio si è degnata di rendersi disponibile a ridiscutere la restituzione; per tenersi i propri soldi forse i lavoratori dovranno ancora scioperare, e comunque riaprire una trattativa difficile. Chissà se dentro la trattativa entreranno anche questi argomenti.