La manifestazione contro la violenza sulle donne

Lo scorso 23 novembre si è svolta a Roma la manifestazione contro la violenza sulle donne e quella che ha come presupposto l’odio verso determinati orientamenti sessuali.La giornata è stata promossa da “Non Una di Meno”. Un corteo molto partecipato: si stimano 100.000 persone da parte delle organizzatrici e 10.000 da parte della questura, la Sicilia manifestava autonomamente a causa della eccessiva distanza, a Messina. Il corteo era aperto dai centri antiviolenza, case della donna e dal centro Lucha y Siesta, realtà autogestita che rischia la chiusura. La violenza sulle donne in Italia è un problema rilevante, ogni 72 ore viene uccisa una donna, 3 su 4 di questi omicidi sono commessi da mariti, fidanzati, ex o persone comunque conosciute. E’nell’ambito della famiglia che si consuma la violenza!

In Italia il patriarcato è forte, insieme agli stereotipi di genere e all’oppressione religiosa creano una miscela in cui prosperano sfruttamento,sessismo,razzismo e violenza.

Violenza che può essere agita, psicologica, economica. Queste forme di oppressione si intrecciano fino a creare situazioni senza via di uscita. Le donne hanno retribuzioni più basse rispetto agli uomini di circa il 23% faticano a crearsi una vita autonoma a causa dei problemi economici, della mancanza di case, asili (nel caso abbiano figli), è difficile, spesso difficilissimo, ricostruirsi una vita sfuggendo ad un marito violento…

Gli slogan nel corteo sono stati molti ed efficaci alcuni richiamandosi al femminismo degli anni 80, contro gli stupratori o i medici obbiettori nei consultori: “violentatori, venite fuori adesso, ve lo faremo noi un bel processo” oppure “FUORI gli obbiettori dai consultori” etc. Contro i poteri forti: “Questa è la società dei preti e dei padroni: violentano le donne difendono gli embrioni”. C’è stato inoltre il “grido muto” al segnale di uno dei camion che animava la manifestazione, ciascuno si sedeva per terra e rimaneva in silenzio per alcuni minuti, poi rialzandosi un grido fortissimo si levava dal corteo, era chiaramente un gesto simbolico di lutto per tutte le donne uccise e l’urlo la voce che a loro è mancata ed allo stesso tempo un grido di rivolta. Di forte impatto emotivo e scenico ha suscitato la curiosità di molte persone. La manifestazione da piazza della Repubblica è terminata in piazza S. Giovanni.Il giorno successivo, domenica 24 ci sono state le assemblee articolate in gruppi tematici, che hanno come scopo l’organizzazione delle campagne politiche dei prossimi mesi. Nei tavoli tematici si è discusso di sanità,welfare,narrazione della violenza, razzismo, lavoro. Per ciò che riguarda la salute delle donne la discussione ha toccato il tema dell’aborto libero e sicuro, il taglio della spesa sanitaria e la riduzione dei consultori e di spazi per le donne, l’autodeterminazione. Al tavolo della violenza ambientale è stata messa in evidenza l’emergenza climatica,lo sfruttamento del capitalismo su uomini, donne, animali senza alcun rispetto per il loro benessere, lo sfruttamento del suolo senza tenere conto dell’impatto ambientale che questo può comportare. E’ stato proposto un incontro con il movimento Friday for future composto prevalentemente da giovani, e molto giovani, ragazzi e ragazze.

Nel gruppo salario e welfare è stato discusso delle discriminazioni delle donne nel mondo del lavoro. Il 48% delle donne sono disoccupate, la loro retribuzione è sempre inferiore aparità di mansione, sono impiegate in settori così detti tipicamente femminili e quindi ancor meno retribuiti, per non parlare del lavoro domestico che meriterebbe una trattazione a sé.

Si è parlato di salario minimo, di salario di autodeterminazione, di sciopero, di rapporti con il sindacato. Quella che si è svolta è stata una discussione viva, su temi scottanti per uomini donne, mostra un movimento ancora pronto a lottare ed a affrontare tematiche come lo sciopero e la sua efficacia a livello nazionale ed internazionale, un movimento che dopo 4 anni è ancora in grado di lottare contro il capitalismo e di sviluppare e dibattere quelli che sono temi importanti per tutta l’umanità.

CP