Era stato cacciato dalla fabbrica per aver denunciato le precarie condizioni di sicurezza nello stabilimento
Il 2 maggio Alex Villarboito, operaio della Sacal Alluminio di Carisio (VC) e Rappresentante dei lavoratori della sicurezza per la Fiom, veniva licenziato in tronco e accompagnato fuori dall’azienda. La sua “colpa”: aver rilasciato dichiarazioni ai giornali in cui denunciava le scarse condizioni di sicurezza nella fabbrica. Qualche giorno prima, Alex aveva chiamato allo sciopero i suoi compagni di lavoro su questo problema che, qualche settimana prima, aveva causato un grave infortunio nel reparto della fonderia. Lui stesso era stato vittima recentemente di un incidente sul lavoro.
L’atto dell’azienda assumeva ancor di più un carattere provocatorio se pensiamo che il licenziamento era avvenuto il giorno dopo un 1° maggio dedicato proprio al tema della sicurezza nei posti di lavoro per denunciare la recrudescenza di morti bianche, che dall’inizio dell’anno stanno aumentando vertiginosamente.
I lavoratori della Sacal hanno risposto il 9 maggio con uno sciopero di 8 ore. Gli operai delle altre aziende del Vercellese, solidali, lo stesso giorno incrociavano le braccia e oltre 400 lavoratori provenienti da tutto il Piemonte partecipavano al presidio davanti all’azienda. Il 12 maggio centinaia di lavoratori di Torino, Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e di cittadini vercellesi rispondevano all’appello della Cgil di Vercelli a manifestare per le vie del centro della città facendo propria la consegna “Lavorare sicuri!”.
Il 15 maggio, la Sacal ritirava il licenziamento di Alex reintegrandolo in azienda. Ad inconfutabile dimostrazione che la lotta paga.
Corrispondenza da Vercelli