I lavoratori del porto di Livorno e Piombino hanno scioperato due giorni il 18 e il 19 novembre. Nel corso del presidio organizzato in piazza del Luogo Pio, nel vecchio quartiere della Venezia, è stato sottolineato che la mobilitazione avviene in un clima di ripresa delle lotte operaie. Le rivendicazioni dei portuali sono innanzi tutto quella di una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, del contenimento del lavoro straordinario e del superamento del precariato. Oltre a questo, i lavoratori rivendicano il riconoscimento del “lavoro usurante” ai fini dell’età di pensionamento. La lotta dei portuali ha anche il significato di mettere in guardia il governo, nel momento in cui si discute il Disegno di legge sulla concorrenza, di non consentire che la storica richiesta degli armatori, quella della cosiddetta “autoproduzione”, venga inserita all’ultimo momento quando si voterà la legge definitiva. Gli armatori tentano da tempo di sostituire con il personale navigante alle proprie dipendenze i lavoratori portuali nelle operazioni di rizzaggio e derizzaggio a bordo dei traghetti. Oltre a produrre ulteriore disoccupazione, questa richiesta armatoriale imporrebbe un sovraccarico di lavoro ai marittimi e aggiungerebbe un tassello a quel mosaico di provvedimenti che, dal 1994, ha già fortemente ridotto il potere contrattuale dei lavoratori. Tutte le battaglie che tentano di riequilibrare i rapporti di forza in favore dei lavoratori del porto sono da appoggiare. Non c’è che da sperare che annuncino lotte ancora più decise e allargate a tutta l’economia marittima su scala nazionale.
Corrispondenza Livorno