La lotta degli operai della GKN a Firenze

Mentre scriviamo, la tarda mattinata del 7 settembre, il titolo di Melrose Industries si scambia sul mercato finanziario di Londra a 190,65 pences. Quando l’articolo sarà finito, il prezzo sarà ancora cambiato. I listini vengono aggiornati ogni tre minuti. I movimenti di masse di denaro che stanno dietro agli alti e bassi della borsa sono diventati fulminei. Vengono decisi in stanze asettiche da brokers in giacca e cravatta per i quali la vita degli operai della GKN di Firenze, come quella dei loro colleghi di Birminghan, non significano assolutamente niente. Anzi, la chiusura di un impianto giudicato non sufficientemente redditizio, nella visione a corto termine del capitale speculativo, può spingere in alto il valore dei titoli.

Melrose è il nome di un fondo di investimenti industriali specializzato nel settore dell’automobile. Questo “Hedge fund” (fondo speculativo) ha acquistato la GKN nel 2018.

Com'è noto, 422 operai della GKN di Campi Bisenzio, appena fuori Firenze, hanno avuto la comunicazione di licenziamento per cessazione di attività come un fulmine a ciel sereno. L'azienda sembrava andare a gonfie vele e non c’era stata nessuna avvisaglia della volontà di chiudere l’impianto. Il dramma della perdita del lavoro si estende ad almeno altri 80 lavoratori dell’indotto. In tutto 500 famiglie che hanno davanti lo spettro della disoccupazione, e quindi della povertà in un’Italia che, come sentenziano i rappresentanti degli industriali e i ministri del governo Draghi, è in ripresa. Il Pil, dicono, è in aumento. Di quanto? Del 5, del 6, forse addirittura del 10%! Cifre che non dicono assolutamente niente agli operai GKN e alle loro famiglie.

Inaspettatamente, per chi pensava che la faccenda si potesse liquidare alla svelta, gli operai resistono. Sono organizzati in un collettivo di fabbrica nel quale ogni decisione viene discussa e approvata da tutti. Rivendicano che la fabbrica non venga chiusa e la presidiano in modo organizzato.

Chiunque faccia una visita al loro presidio avrà l’impressione di gente tranquilla ma determinata. La manutenzione e la sicurezza dell’impianto sono gestiti dagli stessi lavoratori e in qualsiasi momento, ci tengono a dirlo, la produzione può ripartire. I macchinari sono moderni e in ogni “cella” di produzione si vedono i bracci dei robot.

Gli operai della GKN non si sono chiusi a riccio. Cercano e ottengono la solidarietà degli operai di altre aziende. Sul palazzo del centro commerciale “I Gigli” che è proprio di fronte, c’è un grande striscione che esprime solidarietà ai lavoratori GKN. I delegati della Sammontana di Empoli hanno partecipato ai loro picchetti. Ma non ci si limita a ricevere solidarietà: la si offre anche, come nel caso dell’appoggio dato alla manifestazione degli operai della Texprint di Prato, oggetto di repressione poliziesca proprio in questi giorni.

Quale sbocco avrà la battaglia degli operai della GKN è difficile a dirsi. Non si può nascondere che la situazione generale non vede grandi mobilitazioni di lavoratori, per quanto ce ne sarebbero tutti i motivi. Come tutte le lotte, anche questa finirà con un compromesso determinato dai rapporti di forza. I punti di forza dei nemici dichiarati e dei falsi amici sono talmente tanti che non conviene enumerarli. Il collettivo operaio della GKN, da parte sua, porta a giro per l’Italia, con assemblee in varie città, le ragioni degli operai. Estendere la solidarietà, stimolare alla resistenza e alla lotta i lavoratori coinvolti in situazioni simili è sicuramente una scelta giusta. Potrebbe diventare una carta decisiva, ma questo non dipende solo dagli operai della GKN. In ogni caso, il modo con il quale la loro battaglia viene condotta, fa ne fa un esempio per tutti gli altri, in questa stagione di chiusure e licenziamenti. Presidiare fisicamente la fabbrica, impedendo un possibile trasferimento dei macchinari, significa tenersi in mano un’altra carta importante. Ma anche la costante mobilitazione e la gestione in prima persona della lotta è un punto di forza che non deve essere mollato.

Con la loro resistenza gli operai GKN stanno già facendo fare un passo in avanti alla coscienza di classe di tutto il mondo del lavoro.

R. Corsini