Vogliono essere internalizzati per il diritto ad un lavoro stabile e tutelato
Il 26 giugno scorso i 70 precari del servizio reference (prestiti e consultazione) delle biblioteche dell’Università di Torino sono scesi in sciopero perquattro ore. La mobilitazione è stata indetta dalla Cub perrivendicare il diritto ad un lavoro stabile e tutelato che soltanto l’assorbimento nell’organico dell’ateneo può garantire. Un folto presidio si è svolto in concomitanza del CdA, a cui è stata sollecitata una risposta attesa invano da un anno.
Nel dicembre scorso, infatti, l’Amministrazione si era impegnata a trovare le soluzioni legali per il loro completo riassorbimento attraverso la creazione di un soggetto di proprietà dell’Università a cui affidare i servizi delle biblioteche. Un impegno ad oggi totalmente disatteso. A fine anno scadrà l’appalto e il rischio di una nuova proroga è diventato quasi una certezza. Che ne sarà di questi lavoratori? La ditta Re.Unito, da cui dipendono, un anno fa è stata conglobata dalla cooperativa Coopculture, che ancora non si è espressa in merito alla garanzia del mantenimento dei posti di lavoro e del salario.
L’Università di Torino ricorre al sistema degli appalti nelle biblioteche sin dal 1991, dunque da ben 27 anni. È stata una scelta politica volta a coprire le carenze d’organico dovute ai pensionamenti, ai ripetuti blocchi del turn over e dei concorsi. Lo si è fatto con l’utilizzo di cooperative e ditte private che si sono sempre contese il servizio in gare dove vige la regola del massimo ribasso, ottenuto riducendo ad ogni appalto il numero delle ore e/o dei lavoratori. Oggi i bibliotecari di ruolo sono una cinquantina, dieci anni fa erano il doppio. Un vuoto colmato con il super sfruttamento di lavoratori privi di tutele, senza certezza del loro futuro lavorativo, flessibili e ricattabili, costretti a consumare ferie e permessi, anche non retribuiti, secondo il calendario stabilito dall’Università.
Lo sciopero del 26 giugno ha indotto il rettore e la segretaria amministrativa a mettere la questionedel servizio reference delle biblioteche all’ordine del giorno del CdA del prossimo 20 luglio e a convocare un tavolo tecnico con le Rsu dell’ateneo, in cui la commissione per la valutazione dell’internalizzazione del servizio presenterà le proprie conclusioni, attese da un anno. I lavoratori esternalizzati hanno già fatto sapere che intendono parteciparvi con una delegazione.Essi non vogliono assistere ad una nuova proroga dell’appalto che, peraltro, non è stata ancora deliberata. Se, come pare, l’intenzione dell’Amministrazione è quella di dare continuità alla politica degli appalti, la proroga appare ormai inevitabile, dal momento che tra l’indizione di una nuova gara ed il suo svolgimento devono trascorrere almeno sei mesi. E comunque, per questi lavoratori è inaccettabile anche l’ipotesi di un nuovo appalto, che potrebbe essere peggiorativo rispetto a quello attuale.
Essi operano nelle biblioteche da decenni garantendo la continuità del servizio con retribuzioni e diritti inferiori a quelli del personale di ruolo. L’Università deve finalmente assumersi la responsabilità di dare loro la certezza di un futuro lavorativo. Sono lavoratori che, pur essendo alle dipendenze di una cooperativa, lavorano per l’Università, che pertanto deve considerarli come suoi addetti a tutti gli effetti. Basta con le gare d’appalto al ribasso! L’Amministrazione smetta di precarizzarli e li assuma! I lavoratori di ruolo e gli studenti dell’ateneo devono mostrare la propria solidarietà lottando con loro.
Corrispondenza da Torino