Nell'anno in cui il pil inglese promette di battere la performance degli analoghi indicatori dei Paesi più industrializzati, la Gran Bretagna fissa un altro primato: quello della fame. Cronache dal primo e dal terzo mondo nelle isole di Sua Maestà si mescolano, declinando le previsioni della Bank of England (+3,4% nel 2014) con il rendiconto 2013 delle food banks. Gli enti di beneficenza hanno distribuito un milione di pacchi alimentari circa, il triplo di quelli del 2012. “Terribile”, secondo gli istituti di carità, pronti a denunciare le sforbiciate al welfare. Il governo nega ogni correlazione fra riforme e fame, ma la statistica lo smentisce. L'83% delle food banks conferma il legame fra diminuita assistenza e accresciuta domanda di cibo. La disputa che oppone chi incolpa la crisi economica e chi accusa la cura di tagli promossa dal governo Tory è, probabilmente, irrisolvibile con matematica certezza. Rimane la fotografia di una società che cresce sulle macerie di una dilagante disparità. Fra “chi ha” e “chi non ha”. Ormai nemmeno più da mangiare.
Il Sole 24 Ore, 17 aprile 2014