Il congresso di quali famiglie

Dal 29 al 31 marzo a Verona ha avuto luogo il “Congresso mondiale delle famiglie” (Wcf), evento sponsorizzato dalla regione veneta e dal governo, che ha visti riuniti esponenti della destra oltranzista clericale, cattolica ed ortodossa, per esaltare i “valori della famiglia”, istituzionale e riproduttiva. I promotori delWcf sono contro il divorzio, contro l’aborto e contro tutto ciò che è diverso dalla famiglia tradizionale.

Al congresso ha partecipato Salvini con tanto di maglietta degli sponsor dell’iniziativa, nominando più volte dio, si è impegnato a portare avanti i “diritti delle famiglie” ele idee di quell’elettorato di destra e cattolico che tanto corteggia. Anche se alla stampa Salvini ha dichiarato di non portare avanti un vero e proprio attacco alla legge 194, che disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza, ( ci hanno già pensato i cattolici con un altissimo numero di obbiettori di coscienza) sosterrà comunque il ddl Pillon che rende di fatto più difficile il divorzio per le donne, soprattutto se stanno affrontando un percorso di fuoriuscita dalla violenza o sono semplicemente deboli economicamente ( il ddl abolisce l’assegno di mantenimento).

Se seguiamo il flusso del denaro e i finanziamenti comprendiamo di che pasta sono fatti i “sostenitori della famiglia”. È quello che hanno fatto Lidia Cirillo ed altre autrici in un libro uscito di recente (“Se il mondo torna uomo”), mettendo in luce il ruolo di Bannon ex stratega di Trump, sostenitore di gruppi di estrema destra e movimenti cattolici oltranzisti. Seguendo la pista del denaro ci spostiamo dalla Russia alla Spagna, dagli Stati Uniti alla Francia.

Si parla di finanziamenti di oligarchi russi, e gruppi cattolici americani che trovano sponda nella destra clericale europea.Il Wcf ha suscitato un grande interesse mediatico.Stampa e televisione ne hanno parlato mettendo in evidenza, tra l’altro, la trovata raccapricciante dei feti di plastica.

A questi macabri “gadget” era stato dato il nome di Michele. Così, l’appello “salvate Michele!” avrebbe dovuto dare forza al messaggio antiabortista. Davvero geniale! Nel corso del congresso, sessuofobia, omofobia, disprezzo per le famiglie gay, tutto l’arsenale dei soliti pregiudizi reazionari, insomma, è stato utilizzato senza pudore. Per fortuna a tutta questa paccottiglia c’è stata una risposta chiara: una grande contromanifestazione di donne, e non solo,organizzata da “Non una di meno”a cui hanno aderito le famiglie arcobaleno, la Cgil, Amnesty International, Arci, Libera. Manifestazione partecipata (si parla di 40.000 sulla stampa, ma le organizzatrici hanno parlato di 100.000 persone) Verona è stata invasa da donne provenienti da tutta Italia, dai movimenti lgbtq, contro il nuovo medioevo, contro ogni tipo di oppressione e di discriminazione su base sessuale, per l’effettiva possibilità di poter contare sul servizio sanitario pubblico in caso di aborto.

La mobilitazione di “Non una di meno” ha dimostrato che ai progetti reazionari si può rispondere e che nella società ci sono energie sufficienti per contrastarli e impedirli.

CP