Per loro licenziamenti e chiusura di sedi, per l’azienda utili giganteschi e ai manager lauti incentivi
La vicenda di Italiaonline (IOL), ex Seat Pagine Gialle, è il doppione di quella di Embraco. Come è avvenuto per la multinazionale di Riva di Chieri, la notizia della minacciata chiusura dello stabilimento di Torino ha avuto subito una risonanza a livello nazionale. Il 6 marzo scorso, IOL annunciava la chiusura della sede di Torino e l’esubero di 400 lavoratori in tutta Italia (circa il 50% dell’organico), di cui 248 del sito torinese, 152 delle altre sedi presenti nel territorio nazionale (Roma, Livorno, Pisa e Firenze). I restanti 242 sarebbero stati trasferiti in modo coatto ad Assago, nei pressi di Milano, dove è presente il centro direzionale. La decisione dell’azienda metteva complessivamente a rischio 1000 posti di lavoro considerando anche i lavoratori dell’indotto.
Eppure IOL, controllata dal magnate egiziano Sawiris, è un’azienda in ottima salute, tanto che nel 2017 ha registrato una crescita dell’utile netto del 17% pari a circa 27 milioni di euro. E questo al netto della distribuzione del dividendo straordinario di 80 milioni avvenuta il 10 maggio del 2017. Il colmo è che questo gigantesco bonus per gli azionisti è stato garantito grazie ad un accordo sindacale del 2016 che prevedeva l’uso della cassa integrazione a zero ore e a rotazione (circa 700 i lavoratori interessati) allo scopo di riorganizzare l’azienda e riqualificare il personale. Insomma, anche qui, come in tante altre drammatiche vicende, i lavoratori hanno subito il danno e la beffa.
La risposta di questi ultimi non si è fatta attendere. Per tutto il mese di marzo ci sono stati scioperi e presidi che hanno costretto l’azienda, sino a quel momento latitante, ad accettare il congelamento per tre settimane dei tagli previsti.
E a proposito di danni e di beffe, ecco un’altra provocazione di IOL. Questa, dopo gli 80 milioni di euro elargiti agli azionisti l’anno scorso, ha deciso ora di assegnare ai suoi manager, nei prossimi tre anni, 6,7 milioni di euro come incentivo alla “creazione di valore per gli azionisti”. Premi esorbitanti ai dirigenti, licenziamenti e trasferimenti coatti per i lavoratori: un vero e proprio schiaffo a chi sta vivendo un periodo di grandissima preoccupazione per il futuro lavorativo.
La lotta dei lavoratori di Italiaonline ha però raggiunto un primo, seppur parziale, risultato. Il 12 aprile, è stato raggiunto un accordotra sindacati, azienda e ministro del Lavoro che prevede il mantenimento della sede di Torino e il dimezzamento degli esuberi.Nello stabilimento torinese di corso Mortara rimarrebbero 92 dipendenti, mentre altri 48 dovrebbero seguire un percorso di riqualificazione, così come altri 152 lavoratori di una decina di sedi sparse nel territorio nazionale. Restano 200 esuberi, cosa che può determinare la chiusura di alcune sedi.
Per lavoratori di IOL, come per quelli di Embraco, il cui licenziamento è stato “congelato” fino a dicembre 2018, vi è la necessità di non smobilitare per rendere effettivi i risultati sin qui ottenuti e per imporre il ritiro degli esuberi rimasti ad un’azienda, l’ennesima, che usa come pretesto la crisi economica e finanziaria mondiale per rimpinguare i pur lauti profitti.