Germania: - Il discredito dei partiti al potere

Il risultato delle elezioni per il rinnovo del parlamento regionale bavarese, lo scorso 14 ottobre, ha confermato il logoramento dei partiti governativi. Tradizionalmente primo partito politico in Baviera, l'Unione cristiano-sociale (CSU) è rimasta in testa col 37,2 % dei voti, ma ha perso più del 10% rispetto allo scrutinio precedente del 2013, e non ha più la maggioranza assoluta che deteneva dal 1962.

La CSU subisce l'usura politica del governo federale di cui il suo presidente, Horst Seehofer, è Ministro degli Interni. Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, la direzione cristiano-sociale, nel tentativo di tamponare l’emorragia di consensi del proprio elettorato verso l’estrema destra, che i sondaggi mostravano chiaramente, non ha esitato a utilizzare ogni arma demagogica. Ha moltiplicato gli interventi per restringere il diritto d'asilo e rafforzare il controllo delle frontiere. Di fronte alle manifestazioni dell'estrema destra a Chemnitz, Seehofer ha dichiarato che se non fosse stato ministro, vi avrebbe partecipato – anche se ha aggiunto che l'avrebbe fatto “senza l'estrema destra„.

La demagogia perdente della CSU

Nella sua campagna anti-musulmani, il ministro-presidente della Baviera Markus Söder ha imposto quest'anno dei crocifissi in tutti gli edifici pubblici della regione, decisione criticata anche dalla Chiesa. Il Parlamento bavarese ha anche fatto votare, nonostante grandi manifestazioni di protesta, una legge che rafforza considerevolmente i poteri della polizia, consentendo di intercettare le conversazioni di ogni abitante. Ma cercando di corteggiare i potenziali elettori dell’estrema destra, la CSU ha finito per rafforzarne il partito principale, Alternative fur Deutschland, riuscendo nello stesso tempo ad allontanare la parte più moderata del proprio elettorato.

Constatando gli effetti disastrosi della loro tattica elettorale, i dirigenti della CSU hanno poi tentato una svolta a 180 gradi, denunciando improvvisamente la crescita dell'estrema destra ed il pericolo fascista. Ma quest'ultima manovra non ha impedito la loro caduta elettorale annunciata. Allo stesso modo è crollato il partito socialdemocratico, già tradizionalmente debole in Baviera. Passando sotto il 10%, perde metà degli elettori rispetto allo scrutinio precedente e subisce in pieno il discredito dovuto alla partecipazione alla coalizione di governo a livello federale

Ricomposizione politica a destra

I Verdi appaiono come i vincitori dello scrutinio, ottenendo il 17,5% dei voti e fino al 30% nelle città di più di 100.000 abitanti. Molti elettori tradizionali della CSU, scioccati dalla sua deriva estremista, hanno preferito votare per gli ecologisti che tra l'altro sono ormai amministratori responsabili più preoccupati dell'inquinamento dei centri-città e dal buon andare degli affari che non dell'aumento della povertà. Anche sulla politica d'asilo, hanno assunto un punto di vista “responsabile”, parlando di controllarla meglio.

Ma d'altra parte molti elettori sono andati verso il partito regionalista, il partito bavarese degli elettori liberi (11,6 % dei voti) e verso la AfD, che conferma la sua crescita elettorale con il 10,2 %. Così si conferma il progresso delle sue idee in parte dell'elettorato. Se n'è visto l'effetto alla fine dell'estate in Sassonia, in particolare a Chemnitz, con i raduni d'estrema destra segnati da episodi di violenza. Una parte dell'elettorato vota AfD nelle elezioni per esprimere la sua rabbia, la sua sensazione d'abbandono e la sua preoccupazione per il futuro. Di fronte alla precarietà crescente del lavoro, al basso livello delle pensioni ed alla disgregazione della società in crisi, il discorso dei partiti d'estrema destra, rafforzato e banalizzato dai grandi partiti che giocano con le idee xenofobe e la paura dei migranti, presenta il controllo crescente delle frontiere come la soluzione ai problemi della gente. L'AfD, che usa oltre alla xenofobia, la retorica “antipolitica”, prendendosela in particolare con Angela Merkel, è riuscita a capitalizzare l'insoddisfazione e la disperazione di numerosi elettori, anche nelle classi popolari la cui situazione sta peggiorando anche nella prospera Baviera.

Verso la fine della coalizione di governo

Questi risultati vengono a confermare, con l'indebolimento della CSU alleata della Merkel, e il crollo del SPD, l'usura dei partiti al potere e il fragile equilibrio del governo. Gli attriti al suo interno saranno soltanto un po' più forti. Il ministro-presidente della Baviera commentando i risultati elettorali ha evocato la responsabilità di Berlino e non quella della CSU. Per quanto riguarda l'SPD, il suo risultato catastrofico riaccende i dibattiti all'intorno rispetto alla sua partecipazione governativa, alla quale la direzione rimane favorevole ma che fa temere un crollo in caso di elezioni generali. Le prossime scadenze elettorali saranno certamente determinanti anche per la CDU, il partito della Merkel. Potrebbe verificarsi di nuovo il crescente discredito della classe politica, incapace di rispondere al peggioramento della situazione delle classi popolari.

A M