Dura da maggio la protesta degli operai magazzinieri di Pregnana milanese, in periferia di Milano, licenziati dopo uno sciopero indetto per il riconoscimento dei loro diritti e contro la politica di dumping salariale applicato dal consorzio di cooperative a cui appartengono.
Come in molti settori, a Pregnana la pratica degli appalti e subappalti è di regola. La Gefco, azienda creata dal gruppo PSA (ossia la Peugeot-Citroën) per il trasporto delle automobili e pezzi di ricambio, è ormai un'impresa autonoma con 12000 dipendenti su scala europea. Lavora sia per la Psa che per la Renault, la Nissan o la Toyota. A Pregnana milanese la Gefco è vicina al magazzino dei pezzi di ricambio Citroën - Psa e gestisce i rifornimenti dei concessionari di tutta Italia, ma anche il trasporto di alcuni componenti in provenienza dall'Italia e destinati ai siti di produzione in Francia o in altri paesi, per esempio le batterie.
Però anche per un gruppo di queste dimensioni non esistono piccoli profitti e per la preparazione delle spedizioni preferisce ricorrere ai lavoratori sottopagati di una cooperativa, la Esjr coop. Questi si sono organizzati nel Sol Cobas (Sindacato operai in lotta – Cobas) e quando hanno scioperato il 22 maggio, la risposta è stata immediata: sono partiti 27 licenziamenti su 41 operai. Da quel momento lo scontro è aperto e i picchetti operai si organizzano, con il blocco dei camion a destinazione dei concessionari o dei siti di produzione. Le difficoltà della Gefco sono evidenti, tanto da costringerla a spostare il traffico merci verso altri magazzini, a cui gli operai in lotta hanno risposto decentrando anche i picchetti.
La trattativa non ha prodotto altro che l'offerta di 20 000 euro a persona come buonuscita, proposta rifiutata dagli operai che, invece, hanno incassato la solidarietà di numerosi Cobas di fabbrica che, nella giornata di sciopero del 16 giugno sono accorsi in 150 a presidiare i cancelli di Pregnana milanese dalle 7 di mattina fino a sera inoltrata. Da parte loro i dirigenti Gefco hanno cercato di aizzare le maestranze della loro ditta contro i licenziati, presentando questa lotta come una minaccia per il loro posto di lavoro.
«Denunciamo il licenziamento di 27 operai per motivi sindacali, lasciati a casa in blocco due giorni dopo uno sciopero e dopo un anno e mezzo di richieste per il rispetto dei diritti dei lavoratori caduti sempre nel vuoto. Mentre l’azienda dichiara la mancanza di lavoro assume 15 nuovi operai per sostituire quelli lasciati a casa», ha commentato un delegato sindacale Sol-Cobas. Contro questi inaccettabili procedimenti padronali la lotta continua.
Corrispondenza Milano